Attacco allo Stato

Segnalazione libro

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    Buongiorno a tutti gli utenti del forum, appassionati ai temi di mafia e dintorni.
    Mi chiamo Matteo e volevo segnalarvi il libro "Attacco allo Stato". L'ho letto tutto d'un fiato e mi è piaciuto moltissimo.
    Chi lo ha scritto ha cercato di individuare chi sono i concorrenti esterni delle autobombe (mafiose e non) del 1993 e ai fini a cui questi signori tendevano con quella strategia terroristica.
    L'attacco nei confronti di quei raffinatissimi obiettivi voleva colpire, indebolire e ricattare lo Stato, influenzare la politica e la società civile e creare le condizioni di un cambio di passo nelle relazioni tra mafia e istituzioni. Con l’obiettivo di trasformare "Cosa nostra" in "Cosa nuova", da ricostruire su legami più alti, dai salotti buoni dell' imprenditoria all'alta finanza, fino agli interessi internazionali.
    Tra l'altro si parla di donne probabilmente presenti sullo scenario di Firenze e Milano, cosa che mi stuzzica.
    Fra gli strateghi indiscussi di quella stagione c'è Matteo Messina Denaro, simbolo di una mafia in evoluzione e già capace di guardare oltre Totà Riina.
    Poi, nel libro, c'è anche Baiardo.

    Buona lettura, ve lo consiglio (www.solferinolibri.it/libri/attacco-allo-stato/).
    Matt.
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    Attacco allo Stato

     
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    CITAZIONE (Matteo-88 @ 7/6/2023, 14:05) 
    Tra l'altro si parla di donne probabilmente presenti sullo scenario di Firenze e Milano, cosa che mi stuzzica.

    Puoi spiegarti meglio?
     
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    Buongiorno.Mi riferisco a una donna che è stata vista da un testimone, a Firenze, nei paraggi di via dei Georgofili,la sera dell'attentato,il 27 maggio 1993. Altri due testimoni ne videro un'altra a Milano, in via Palestro, il 27 luglio '93.
    Di queste situazioni ne parla una fonte istituzionale come la relazione della Commissione antimafia presieduta da Gianfranco Donadio;per brevità allego il seguente link:
    https://www.google.com/url?sa=t&source=web...hLPZsn0tROePnjT
     
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    Bè, con tutto il rispetto, la presenza di una persona, su un luogo che di lì a poco sarà scosso da un attentato, non significa molto.
    In fondo, è avvenuto in centro storico a Firenze, un luogo ultra turistico, dove girano migliaia di persone ogni giorno.
    Il fatto che la signora avesse mostrato segni di agitazione, potrebbe essere stato causato da problemi personali, non correlati a quello che stava per succedere.
    Anzi, ad essere obbiettivi, da una persona che sta per commentare un reato, oltretutto particolarmente grave, ci si aspetta una certa freddezza...
     
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    Sì, però la donna è stata vista vicino a un Fiorino dello stesso tipo e marca di quello che poi è esploso in via dei Georgofili.
    Per quanto riguarda la donna vista da due testimoni a Milano, in via Palestro,quella lì ha dimostrato una freddezza fuori dal comune; mi ha impressionato la sua descrizione che c'è nel libro.
     
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    Può essere qualsiasi cosa... Bisogna valutare anche quanto fosse diffusa quel tipo di automobile, in quel periodo...
    Non sto difendendo chicchessia, magari queste due erano veramente coinvolte, ma, contemporaneamente, ammetto che non ho mai amato i "forcaioli", che, la storia insegna, hanno spesso "sbagliato bersaglio".
     
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    Non si preoccupi, nemmeno io sono "forcaiolo", ma pure io garantista.
    Non so dirle quanti veicoli di quel tipo ci fossero a Firenze all'epoca: quel veicolo era un furgoncino, non una macchina.
    In merito agli obiettivi colpiti a Firenze, Milano e Roma,mi sembra giusto quello che ho letto nel libro, e cioè che non sono stati scelti con i depliant. Anche perché l'ipotesi del dépliant non spiega perché Cosa nostra decise di scegliere il "Continente" e non più la Sicilia.
     
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    L‘articolo citato afferma che in Toscana c‘erano 734 Fiorino, non lo avete letto?

    frapalin
    Hai ragione.Fait.
     
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    La presenza delle persone indicate non è stata assolutamente segnalata a fini commerciali.Viene da una fonte istituzionale come il II Comitato della Commissione Antimafia sulla strage dei Georgofili, presieduto dall’ex senatore Mario Giarrusso, che ha risentito testimoni dimenticati e riesumato identikit.
    Peraltro,all'epoca c’erano delle donne militari facenti capo al Sismi che erano delle addestratrici di Gladio.
     
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    Certo che l'ho letto.
    Infatti se è vero che Donadio dice che in via dei Georgofili esplose proprio un Fiorino, “uno dei 734 che circolavano in quel periodo in Toscana", aggiunge anche che "Nessuno era in centro a Firenze”. Però un Fiorino è indubbiamente esploso.
     
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    Per Frapalin: In effetti il Fiorino in questione (che fu riempito di esplosivo) era della ditta "Fair" di Firenze.
    Il libro riporta che il veicolo è stato rubato dagli attentatori in via della Scala, sempre a Firenze.
     
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    Sì, ho capito. È stata una novità, semmai, aver colpito il patrimonio artistico.
     
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    CITAZIONE (Matteo-88 @ 7/6/2023, 19:50) 
    . . . ,all'epoca c’erano delle donne militari facenti capo al Sismi che erano delle addestratrici di Gladio.

    Che il materiale giudiziario abbia evidenziato l'attività sospetta di due differenti donne nei due differenti scenari va bene. Che suoni "culturalmente" strano rispetto alle tradizionali capacità operative della malavita organizzata passi anche questo (anche se francamente comincia ad essere un po' un pregiudizio per stereotipo) .

    Ma santo cielo: come si fa -se non per fazioso irruducibilismo- a dare credito a fandonie che tirano in ballo Gladio o fatti e personaggi che avevano avuto tutt'altro profilo motivazionale!

    E poi anche in un clima da "chiacchiere da bar" dare comunque un occhio alla cronologia degli eventi per sincerarsi di cosa poteva e cosa non poteva esistere in una certa epoca, no, eh?

    I patrioti (e le patriote, spessissimo maestre elementari di ruolo con anni di radicamento in un quartiere o in un paese, pertanto non meno che di mezza età, tanto per dire quale ne fosse il cipiglio da "agente segreto"), che avevano in passato servito le libere istituzioni in Gladio o in qualcuna delle strutture sotto copertura di volta in volta variamente denominate, ormai in quegli anni -se erano anagraficamente ancora vivi- passavano sereni il proprio tempo ognuno nella rispettiva occupazione, godendosi la raggiunta vittoria della democrazia e la certezza che la promessa che fossero distrutti gli elenchi e sciolti definitivamente i legami era stata attuata concretamente ed irreversibilmente.
     
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    Non capisco tutti questi pregiudizi e scetticismi a priori.

    1) La presenza delle donne non è assolutamente un "pregiudizio per stereotipo". I mafiosi non hanno mai portato donne sui luoghi degli attentati. Se qualcuno conosce episodi di donne che hanno sparato, me li si indichi;
    2) Il "fazioso irriducibilismo" mi pare quello di chi non legge i nuovi libri e le nuove risultanze e però ha già deciso che sono "fandonie". Presunte fandonie che nascono dal lavoro di scavo fatto da magistrati e analisti. Se ancora di costoro non ci si può fidare, si salvi chi può.
    3) Le "chiacchere da bar" le fanno altri. La "cronologia degli eventi" e "cosa esisteva in una certa epoca" le conosco bene: infatti nell'ottobre 1990 Andreotti svelò Gladio alla Camera dei Deputati. Mi pare ovvio che i membri della struttura ne siano stati poco contenti, tant'è vero che non pochi gladiatori considerarono Andreotti un traditore. Che qualcuno di questi soggetti possa - ripeto "possa" - essersi prestato a dare manforte a Cosa nostra non è un'ipotesi peregrina. Sempre a proposito di "cosa esisteva all'epoca", non è vietato aggiornarsi: al processo "'Ndrangheta stragista" sono emersi collegamenti tra questi soggetti e la Falange armata, la quale sigla non mi pare essere stata composta da dame della carità. Il "profilo motivazionale" di questi signori, in quel frangente storico, è intuibile.
    4) Fulci, ai vertici del Cesis tra il 1991 e il 1993, ha detto: "Un analista del Sisde mi portò la mappa dei luoghi da dove partivano le chiamate (della Falange Armata) e quella delle sedi periferiche del Sismi: coincidevano perfettamente". Poi aggiunse: "All’interno dei servizi c’è una cellula che si chiama Ossi, esperta nel piazzare polveri, fare attentati".,
    5) Il lavoro fatto dal gruppo Antimafia presieduto da magistrati - ripeto "magistrati", non complottisti da tastiera che fanno chiacchere da bar - ha scovato rapporti del Sisde che mostrano l'esistenza di donne che non erano assolutamente "maestre elementari di ruolo con anni di radicamento in un quartiere o in un paese, pertanto non meno che di mezza età": si trattò semmai di donne più giovani, che facevano altro e che all'epoca erano sulla trentina: tutte ancora vive e vegete.
    Infine, sempre a proposito di ciò che "esisteva all'epoca": veramente si può pensare che Gladio sia finita? Gladio era una struttura della Nato, cioè degli americani, che in Italia - ormai piccolo protettorato Usa - fanno quello che vogliono dal 1943 a oggi. Si può essere così ingenui da pensare che una struttura di quel tipo, che era enorme, dato che doveva contrastare il più forte partito comunista d'occidente (altro che quei soli 622 membri del famoso elenco!) sia stata smantellata? Gli americani possono veramente fare a meno di una struttura deputata al controllo della politica estera italiana?
     
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    Non c'è nulla di ragionevole in tutto ciò: è solo un minestrone di riferimenti e di presunzioni che non tiene conto dei tempi nè delle collocazioni ideali, né della possibilità concreta che presunte azioni venissero compiute in determinati momenti.

    Il riferimento agli USA come se davvero certi aspetti di NATO fossero più che semplicemente loro noti a grandi linee e strategicamente tollerati fa a pugni con la realtà.
    Per un cinquantennio: dagli anni Trenta agli Ottanta -ma non oltre- l'Italia ha avuto un sistema sotto copertura finalizzato a garantire la continuità dello Stato fin sulle minime articolazioni del territorio anche in caso di invasione straniera -qualsiasi invasione straniera, anche statunitense se fosse capitato una seconda volta- e il più possibile svincolato dalle passioni politiche, anzi decisamente svincolato da preferenze di partito: per un triennio questo sistema è coinciso con la Resistenza, ma era stato inventato prima (credo come ripensamento storico dell'esperienza dolorosa di Caporetto) ed è durato anche per un certo tempo dopo. Alla fine si è concluso con una straordinariamente efficace operazione di dismissione, che ha comportato il recupero fin dell'ultima lira o dell'ultima arma o dell'ultimo documento e la distruzione accurata degli elenchi di coloro che erano stati coinvolti.
    Il resto sono infamie sparse per sensazionalismo, per giochi di potere o per astio personale nei confronti di chi da servitore dello Stato aveva così efficacemente chiuso quella -ormai a quel punto ingombrante proprio in quanto finalmente fuori dai tempi- partita; infamie sparse utilizzando la sempre facile (ma nel caso specifico indegnamente falsa, come tutte le volte puntualmente dimostrato negli atti giudiziari) contiguità con le organizzazioni mafiose.
     
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