L'Italia potrebbe diventare una repubblica presidenziale?

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    Buon giorno gentilissimi,
    con molta cordialità chiedo se l'italia potesse passare da repubblica parlamentare a repubblica presidenziale modello USA
    in attesa di un vostro parere porgo i miei distinti e cordiali saluti
     
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    Bisognerebbe cambiare la costituzione. Personalmente ritengo la repubblica presidenziale una pessima soluzione. Solo di poco, ma assai poco, meno peggiore della monarchia.
     
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    CITAZIONE (vincenzo25000 @ 30/9/2023, 17:55) 
    Buon giorno gentilissimi,
    con molta cordialità chiedo se l'italia potesse passare da repubblica parlamentare a repubblica presidenziale modello USA
    in attesa di un vostro parere porgo i miei distinti e cordiali saluti

    Buongiorno,
    è possibile per l'Italia, come per tutti i Paesi, cambiare la propria forma di governo, quindi sì, potremmo passare dall'attuale repubblica parlamentare a una presidenziale, sul modello statunitense, o anche a una semi-presidenziale, simile a quella francese. Per farlo, come già accennato da dceg, servirebbe una riforma costituzionale complessa e articolata che dovrebbe coinvolgere decine di articoli della nostra Carta costituzionale.
    Si tratta di un procedimento estremamente complesso perché andrebbero ripensati poteri e ruolo di tutte le nostre istituzioni. Inoltre, anche se si trovasse una maggioranza parlamentare in grado di scrivere e approvare un cambiamento così radicale della Costituzione, è facile pensare che lo farebbe senza il consenso dei due terzi del Parlamento. A quel punto avrebbe luogo un referendum confermativo che probabilmente finirebbe per bocciare la riforma. Storicamente gli italiani hanno sempre respinto a larga maggioranza cambiamenti della Carta che, se confermati, avrebbero attribuito maggiori poteri al governo; ho l'impressione che si comporterebbero allo stesso modo con il presidenzialismo e, personalmente, credo che farebbero bene. Il sistema presidenziale, per quanto gli americani si sforzino di dire il contrario, conferisce un ruolo eccessivamente centrale al presidente, cosa che non amo. Se poi pensiamo a chi avremmo noi al comando, beh, che Dio ce ne scampi.
     
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    CITAZIONE (Pietroverri @ 3/10/2023, 01:25) 
    CITAZIONE (Oskar @ 1/10/2023, 11:35) 
    Buongiorno,
    è possibile per l'Italia, come per tutti i Paesi, cambiare la propria forma di governo, quindi sì, potremmo passare dall'attuale repubblica parlamentare a una presidenziale, sul modello statunitense, o anche a una semi-presidenziale, simile a quella francese. Per farlo, come già accennato da dceg, servirebbe una riforma costituzionale complessa e articolata che dovrebbe coinvolgere decine di articoli della nostra Carta costituzionale.
    Si tratta di un procedimento estremamente complesso perché andrebbero ripensati poteri e ruolo di tutte le nostre istituzioni. Inoltre, anche se si trovasse una maggioranza parlamentare in grado di scrivere e approvare un cambiamento così radicale della Costituzione, è facile pensare che lo farebbe senza il consenso dei due terzi del Parlamento. A quel punto avrebbe luogo un referendum confermativo che probabilmente finirebbe per bocciare la riforma. Storicamente gli italiani hanno sempre respinto a larga maggioranza cambiamenti della Carta che, se confermati, avrebbero attribuito maggiori poteri al governo; ho l'impressione che si comporterebbero allo stesso modo con il presidenzialismo e, personalmente, credo che farebbero bene. Il sistema presidenziale, per quanto gli americani si sforzino di dire il contrario, conferisce un ruolo eccessivamente centrale al presidente, cosa che non amo. Se poi pensiamo a chi avremmo noi al comando, beh, che Dio ce ne scampi.

    condivido ogni parola del suo intervento. In estrema sintesi ha detto tutto. Anche su questo Meloni sta facendo i conti con la realtà. Infatti la prima bozza uscita dal ministero della Casellati presenta una proposta minimale, che più minimale non si può: intanto l'elezione diretta del presidente diventa elezione diretta del presidente del consiglio. poi questo premier eletto può essere sfiduciato dal parlamento; non solo: in determinate condizioni può essere anche sostituito in costanza di legislatura, cioè senza andare alle elezioni. Non ho capito se il potere di sciogliere le camere resti in capo al presidente o venga attribuito al premier. In ogni caso è un'elezione diretta ridotta ai minimi termini, fatta apposta per cambiare il meno possibile la costituzione e sperare di raccattare adesioni in parlamento per arrivare ai due terzi e salvare la faccia, mantenedo un'elezione diretta purchessia. In ogni caso questo sistema nell'unico paese dove è in vigore, Israele, non ha garantito pproprio niente: da anni votano continuamente senza trovare un governo stabile.
     
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    La nostra Costituzione (ovvero quello che ne rimane dopo gli storpiamenti di questi ultimi anni) è organicamente strutturata proprio in direzione contraria e disegnata per evitare la concentrazione decisionista (ah, questi -ismi!) di poteri per quanto democratici: essa vuole che i Cittadini si attivino e si organizzino in forme di rappresentanza sia libere -come per esempio i Partiti- che istituzionali -come le due Camere e le assemblee regionali e in queste forme esercitino la propria sovranità entro un sistema di pesi e contrappesi che impedisca strappi e fughe in avanti (o all'indietro). In buona sostanza il nostro ordinamento prevede luoghi dove si va a confrontarsi anche duramente e bellamente anche a litigare, con il fine di trovare ad un certo punto una mediazione tutelata dai contrappesi che impediscono ad una qualsiasi maggioranza di sopraffare le minoranze.

    Questo vuol dire che il Presidenzialismo, quello vero, comporterebbe una riscrittura non formale ma profonda e coraggiosa della Repubblica, probabilmente con introduzione di forme di garanzia del tutto diverse (non solo in termini di azzeramento di qualsiasi sospetto di conflitto d'interessi, ma anche di più in ulteriori termini come per esempio quanto alle relazioni personali con lo straniero o al ritorno alla vita privata a scadenza del mandato etc. etc.), mentre piccole riforme nella direzione di "semplicemente" concentrare taluni poteri entro il sistema attualmente vigente non sarebbero altro che un vulnus al sistema stesso e una sorta di incauta "rimozione dei meccanismi di sicurezza" in esso insiti.

    In buona sostanza per fare un lavoro fatto bene occorrerebbe una nuova Costituzione, quantomeno e anzi nel nostro caso anche più di come accadde in Francia nel 1958. Presumo che da noi questo comporterebbe la necessità di una Costituente.

    Ma la domandona è: perché farlo? Perché non ci impegnamo a far funzionare il sistema che abbiamo, invece di illuderci che progettarne uno nuovo sarebbe un percorso più facile? Non è che qualcuno (da qualsiasi parte politica) ha il retropensiero di imporre una riforma decisionista sulla base della maggioranza del momento contando che poi sarebbe difficilissimo smontarla? L'esperienza Renzi non ci ha insegnato nulla?

    Non è molto meglio se i poteri esecutivi sono precari nel tempo e chi li esercita -di qualsiasi partito sia- sappia che durerà poco in quella funzione, mentre il Parlamento riprende la propria centralità di luogo nel quale ci si contrappone anche a lungo e duramente pur di non fare troppa ingiustizia?
     
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    Anch'io non vedo motivo di fare una nuova costituzione, anzi sono decisamente contraria.
    Gli "storpiamenti" purtroppo avvenuti continuano a creare problemi al funzionamento del sistema. Sarebbe già gran cosa se il parlamento riprendesse la propria centralità, del che non vedo alcun segno, trattandosi di un insieme di nominati, per giunta ormai ridotti di numero,
    Sono (stata) anche avversa ai cambiamenti del sistema elettorale, tutti motivati da un pro domo sua spesso illusorio, ma credo che -per restituire al potere legislativo le sue funzioni originarie- quello attuale vada senz'altro cambiato.
     
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