Conflitto israelo-palestinese 2023-2024

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    CITAZIONE (Salvo49 @ 27/3/2024, 08:27) 
    Mi riferisco esclusivamente alle guerre dell'era moderna, dove il coinvolgimento dei civili non avviene dopo ma durante le operazioni belliche.

    Neppure questo corrisponde alla realtà, in quanto buona parte, se non tutto l‘approvigionamento delle truppe avveniva razziando il cibo agli abitanti della zona in cui esse si trovavano, fossero amici o nemici, poco importava. Ricordo la guerra dei trent‘anni e le devastazioni, descritte anche dal Manzoni, e le terrificanti immagini di Goya in Los desastres de la guerra.

    Edited by dceg - 27/3/2024, 18:04
     
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    Domanda tecnica.
    Premesso che come ho già scritto condanno l'invasione di Gaza.

    Mi sbaglio o vari settori sono più severi verso Israele rispetto alla Russia ?

    2 anni fa quando putin invase l'Ucraina alcuni arrivarono a chiedere di proibire eventi e manifestazioni
    legate alla Russia.
    Come nel caso di Dostoevskij.
    E fu detto che era un errore,che bisognava fare distinzione tra governo russo e popolazione e cultura russa.

    Invece adesso non si è più espliciti nel condannare Israele quasi in toto e non il governo Netanyahu ?
    Per dire da parte di chi condanna la sola collaborazione tra Università italiane ed israeliane.
     
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    In questi i casi a mio parere bisognerebbe sempre distinguere tra governo in carica e attività intellettuali del paese. Magari, nello specifico, molti riescono più facilmente a separare i russi, che sono milioni, dall'autocratico Putin, mentre i cittadini di Israele, in quanto ebrei, sembrano tutt'uno con l'attuale politica aggressiva. Il che è falso per due versi: non tutti i cittadini di Israele sono ebrei e non pochi ebrei, specie intellettuali, sono contrari a Netanyahu e alle stragi di Gaza.

    dceg Quanto alle razzie, converrà citare Napoleone
    CITAZIONE
    "Soldati, voi siete nudi e malnutriti... Io vi condurrò nelle più fertili pianure della terra, province ricche, città opulente cadranno in vostro potere".
     
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    Non credo proprio che la gran bontà de‘ cavallieri antiqui resista ad un minimo di analisi critica.
     
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    CITAZIONE (virelle @ 27/3/2024, 17:54) 
    Il che è falso per due versi: non tutti i cittadini di Israele sono ebrei e non pochi ebrei, specie intellettuali, sono contrari a Netanyahu e alle stragi di Gaza.

    Più che altro in Israele c'è un movimento anti-Netanyahu per la liberazione degli ostaggi, perchè ritiene che, non solo il governo non stia facendo nulla per riportarli indietro, ma che le operazioni militari a Gaza ne stiano mettendo in pericolo la vita.

    Due terzi della popolazione di Israele supporta le operazioni militari a Gaza, mentre solo una piccola minoranza protesta attivamente contro le stragi.

    Israeli protesters demand Gaza cease-fire in rare anti-war march through Tel Aviv


    I cittadini israeliani non ebrei sono, in larga maggioranza, arabi musulmani, spesso soggetti a discriminazioni.
     
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    CITAZIONE (Mario_A @ 28/3/2024, 08:55) 
    Due terzi della popolazione di Israele supporta le operazioni militari a Gaza, mentre solo una piccola minoranza protesta attivamente contro le stragi.

    Be' un terzo che si dichiara in disaccordo non mi sembra poco... Ma in effetti la mia frase è frettolosa. Specifico.
    Le critiche degli ebrei progressisti e democratici alla dura politica palestinese del governo precedono la guerra in atto. La protesta attuale in loco penso sia condizionata (e limitata) dal contesto non "democraticissimo", ma è attiva a livello internazionale. Per es. mille intellettuali ebrei statunitensi hanno firmato a novembre una lettera aperta.
    CITAZIONE
    «Siamo scrittori, artisti e attivisti ebrei che desiderano sconfessare la diffusa narrativa secondo cui qualsiasi critica a Israele è intrinsecamente antisemita. Israele e i suoi difensori utilizzano da tempo questa tattica retorica per proteggere Israele dalle responsabilità…, oscurare la realtà mortale dell’occupazione e negare la sovranità palestinese. Ora, questo insidioso imbavagliamento della libertà di parola viene utilizzato per giustificare il continuo bombardamento militare di Gaza da parte di Israele e per mettere a tacere le critiche della comunità internazionale» [...] «Ci opponiamo allo sfruttamento del nostro dolore e al silenzio dei nostri alleati. Chiediamo un cessate il fuoco a Gaza, una soluzione per il ritorno sicuro degli ostaggi a Gaza e dei prigionieri palestinesi in Israele e la fine dell’occupazione in corso da parte di Israele. Chiediamo inoltre ai governi e alla società civile degli Stati Uniti e di tutto l’Occidente di opporsi alla repressione del sostegno alla Palestina».
     
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    CITAZIONE (Antonio76 @ 27/3/2024, 18:07) 
    Invece adesso non si è più espliciti nel condannare Israele quasi in toto e non il governo Netanyahu ?
    Per dire da parte di chi condanna la sola collaborazione tra Università italiane ed israeliane.

    Credo che ciò succeda perché molti pensano che Israele stia sì esagerando ma che l'azione militare dello Stato ebraico fosse almeno inizialmente giustificata dall'assalto di Hamas, a differenza dell'attacco russo all'Ucraina, che non è stato una reazione a un'aggressione subita.


    CITAZIONE
    «Siamo scrittori, artisti e attivisti ebrei che desiderano sconfessare la diffusa narrativa secondo cui qualsiasi critica a Israele è intrinsecamente antisemita. Israele e i suoi difensori utilizzano da tempo questa tattica retorica per proteggere Israele dalle responsabilità…, oscurare la realtà mortale dell’occupazione e negare la sovranità palestinese.

    Mai parole furono più sacrosante.
     
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    Come largamente preannunciato, l'Iran sta attaccando in forze, con ondate di droni Israele.
    Presumibilmente, il piano sarà quello di saturare le difese israeliane coi droni per poi colpire coi missili.
    Israele non ha altra scelta che colpire PRIMA le basi militari iraniane con attacchi preventivi, non può certo aspettare che lancino i missili.
    Siamo arrivati al redde rationem, alla guerra aperta tra i due principali contendenti dell'area.
     
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    Nel mondo circa un miliardo di persone (un miliardo..) soffre la fame e 11 di loro ogni minuto (ogni minuto...) muoiono sempre per fame... Senza contare quelli che muoiono per le millemila guerre in giro per il mondo, trucidati, amputati, decapitati, torturati.
    Eppure a ben pochi la cosa interessa: quante manifestazioni si registrano in Italia, in Europa, in Occidente, per richiamare l'attenzione sui bambini che muoiono di fame in Africa e in Asia e sulle stragi in Burkina Faso, nel Burundi, nel Congo, nella Repubblica Centrafricana, in Camerun eccetera eccetera?
    Nulla di neanche lontanamente paragonabile alla straordinaria mobilitazione che avviene giornalmente ovunque, nelle piazze, nelle scuole, nelle Università, in Tv, sui giornali, per la sorte dei palestinesi. Palestinesi che, sia detto per inciso, da decenni vengono sovvenzionati dai Paesi occidentali con una quantità enorme di denaro, superiore probabilmente alla somma di tutti gli aiuti "umanitari" destinati a popoli in condizioni anche ben peggiori delle loro. Denaro delle nostre tasse che, sia detto nuovamente per inciso, è stato utilizzato soprattutto per costruire 800 km di tunnel sotto Gaza e per comprare razzi e armi.
    Non è che per caso (per caso...) in realtà ai benpensanti nostrani dei Palestinesi non gliene frega nulla e l'unico motivo alla base di questo straordinario interesse, neanche lontanamente paragonabile a tragedie anche peggiori di quella palestinese, è l'avversione nei confronti di Israele, degli ebrei, degli Americani ed, in generale, dell'Occidente tutto?
     
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    Molto spesso si usa a sproposito la parola "guerrafondaio".
    Guerrafondaio sarebbe Zelensky,che però stà solo difendendo il suo paese.
    (ed all'inizio la russia puntava a Kyiv)
    Guerrafondaio sarebbe Biden che ha aiutato l'Ucraina a difendersi.

    Ecco,per me invece il termine guerrafondaio si addice di più a Netanyahu ed a molti politici israeliani della destra.

    Questi hanno reazioni del tutto spropositate.

    Il 7 ottobre subiscono un attacco con 1500 morti ?
    Si sentono in diritto di iniziare una invasione a Gaza con 32mila morti.

    Subiscono un "attacco" da parte dell'Iran ?
    (attacco da operetta con di fatto nessun danno)
    Minacciano chissà quale rappresaglia.

    Netanyahu dovrebbe fermarsi lì,ha fatto già troppi danni.
     
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    Il destino politico - e personale - di Netanyahu era, prima dell'attacco di ottobre, quantomai incerto e barcollante. L'attacco gli ha fornito l'occasione di mostrarsi come l'uomo forte che risolve una volta per tutte i problemi. Sa che se fallisce per lui è finita sia politicamente che personalmente, con i procedimenti anche penali che lo minacciano; quindi non ha remore a risparmiare vite umane, palestinesi e israeliane, pur di salvare ancora un po' la pelle. La guerra è un comprovato sistema per risolvere i problemi interni. Ed è una tragedia, per tutti.
     
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    Si continua, a mio avviso, a non cogliere il vero significato dell'abominio del 7 ottobre.
    Non è solo l'enorme numero di vittime IN UN SOLO GIORNO, ma è il modo in cui la mattanza si è verificata (donne incinte squartate, genitori uccisi barbaramente davanti ai figli e figli davanti ai genitori, cadaveri portati in trionfo davanti a folle osannanti, donne, uomini e bambini sequestrati e tenuti sotto terra da mesi, usati come scudi umani). È un qualcosa che chi, come noi, vive tranquillamente e pacificamente nelle proprie case e commenta seduto sul proprio divano, non può capire.
    È stato un "turning point", un punto di svolta da cui Israele non tornerà più indietro (non può tornare indietro).
    Si continua ad accusare Netanyahu (che considero una iattura, sia chiaro) di essere guerrafondaio, come se, qualora al suo posto ci fosse un altro, tutto verrebbe risolto e la pace tornerebbe sovrana su quelle terre martoriate: non è così, non è affatto così.
    Chiunque stesse al posto di Netanyahu, che fosse di destra, di sinistra o di centro, non importa, non potrebbe che fare quello che sta facendo lui.
    Anzi: è vero che Netanyahu è criticato in Patria e che la sua popolarità è ai minimi storici, ma lo è per motivi OPPOSTI a quelli che voi presupponete: non perché sia troppo duro coi palestinesi, ma, al contrario, perché troppo "morbido", perché sta combattendo coi guanti bianchi, perché dopo sei mesi, non è ancora riuscito a distruggere definitivamente Hamas e a "risolvere" il problema d Gaza.
    Quella tra Israele ed Hamas è una guerra che non ammette un pareggio, non più: si concluderà inevitabilmente con un vinto ed un vincitore.
     
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    CITAZIONE (Atlantista @ 16/4/2024, 07:56) 
    Si continua, a mio avviso, a non cogliere il vero significato dell'abominio del 7 ottobre.

    Sono assolutamente d'accordo con quanto hai scritto sulla strage del 7 ottobre. E anche a me è sembrato che non sia stata seguita da un proporzionale sdegno al livello internazionale. Israele ha ragione, l'ONU non ha reagito a quella strage come contro i successivi massacri di Gaza perpetrati dall'IDF.

    Tuttavia, Hamas, per quanto sia anche una forza politica e supportato da una vasta parte della popolazione di Gaza, non è l'esercito regolare di uno stato palestinese (che purtroppo non esiste), ma possiamo considerarlo come un'organizzazione terroristica. Capisco che è facile parlare, però Israele ha reagito bombardando Gaza, sparando nel mucchio e uccidendo un gran numero di persone innocenti, donne e bambini. E' passato dalla ragione al torto, usando lo stesso metodo dei Papi medievali quando organizzavano le crociate contro gli eretici (tipo la strage degli Albigesi)

    CITAZIONE
    Quella tra Israele ed Hamas è una guerra che non ammette un pareggio, non più: si concluderà inevitabilmente con un vinto ed un vincitore.

    Sicuramente i membri di Hamas saranno tutti eliminati, insieme a tanti Palestinesi innocenti, ma, come è avvenuto in passato, l'odio seminato dagli Israeliani farà rinascere un nuovo movimento, magari con un altro nome, e si ricomincerà da capo.
     
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    Condivido pienamente quanto scritto qui sopra.
     
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    Credo che nessuno giustifichi l'attacco abominevole di Hamas (lo ritengo un errore anche tentando di assumere il punto di vista dei Palestinesi) ma, a quanto rammento, lo sdegno fu notevole. Magari non duraturo, perchè "oscurato" dalla violenta reazione di Israele. La cui politica trovo errata da tempo in quanto -come giustamente scrive Mario_A - ha fatto passare dalla ragione al torto l'intero paese, per molti anni ritenuto vittima dell'ostilità di quelli attigui e del terrorismo.
    Per giunta l'antisemitismo, già percepibile in seguito alla mancata restituzione dei territori, al disprezzo dei trattati e alla crescente durezza nei confronti degli abitanti di Gaza, è ora rinfocolato dall'enorme numero di vittime (33mila, leggo, di cui 13mila bambini, e inoltre 75mila feriti).
    E, per quanto l'orrore non dipenda solo dai numeri, la sproporzione è abnorme: il 7 ottobre morirono 1400 ebrei; 3300 furono feriti e 242 presi in ostaggio.
    Mette conto, credo, riguardare Cos'è Hamas (www.ispionline.it/it/pubblicazione/che-cose-hamas-147295). Non coincide in toto con il popolo palestinese, il quale ha sull'organizzazione terroristica opinioni contraddittorie.
    CITAZIONE
    Secondo un sondaggio del giugno 2023 del Palestinian Center for Policy and Survey Research (PCPSR) un terzo dei palestinesi considera Hamas lo “sviluppo” più dannoso per il loro popolo dalla creazione dello Stato di Israele nel 1948. Lo stesso sondaggio, però, rivela anche che più della metà dei palestinesi di Gaza e Cisgiordania voterebbe per Haniyeh di Hamas piuttosto che per il presidente dell’Autorità palestinese Mahmud Abbas in un’elezione presidenziale, che ha la preferenza solo di 1/3 dei palestinesi.

    Abbas, ormai molto anziano, è stato coinvolto in episodi corruzione, perdendo nel 2006 il governo di Gaza. Ma è notorio (l'ha detto l'Alto rappresentate Ue per la politica estera Josep Borrell) che Hamas è stato favorito da Israele, desideroso di "spaccare" i palestinesi.

    Non mi resta che ripetere un già scritto: se gli organismi internazionali non fossero purtroppo fin dall'origine - a causa della loro medesima struttura - inefficaci e inefficienti, tutta l'area dovrebbe essere sotto controllo neutrale, i due stati sorvegliati "speciali" e la tutela dei diritti umani costantemente garantita.
     
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