Anche gli uomini subiscono violenza dalle donne, più di tre milioni. Fenomeno in crescita.

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    Da un ricerca ISTAT del 2018 sembrerebbe che gli uomini vittime di violenza in Italia siano più di tre milioni e i numeri potrebbero essere verosimilmente superiori in quanto gli stessi uomini sono poco propensi a denunciare per vergogna.

    https://dinellalex.com/la-violenza-contro-...o-e-denunciato/


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    Donne violente quanto gli uomini secondo un sociologo:


    https://m.youtube.com/watch?v=SyMv_K5nfzA


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    La parità delle donne nella violenza contro gli uomini.

    https://m.youtube.com/watch?v=Uw0saZe3Sio


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    Però i casi di uomini uccisi da donne sono di molto inferiori da quelli in cui le donne sono le vittime.
     
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    Posso essere d'accordo col discorso che le ragazze, specie negli anni dell'adolescenza, sappiano essere veramente crudeli, con i maschi più deboli di quel determinato contesto (che sia scuola o quartiere o paese).
    Sta di fatto che la violenza verbale (battute, offese...), Non può essere paragonata a quella fisica!
     
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    CITAZIONE (dceg @ 21/11/2023, 08:46) 
    Però i casi di uomini uccisi da donne sono di molto inferiori da quelli in cui le donne sono le vittime.

    Sono minori perché la donna è più debole fisicamente, non penso che si possa affermare che il carattere delle delle donne sia a livello scientifico migliore di quello degli uomini.
     
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    CITAZIONE (Welcome to Paradise @ 21/11/2023, 09:03) 
    Posso essere d'accordo col discorso che le ragazze, specie negli anni dell'adolescenza, sappiano essere veramente crudeli, con i maschi più deboli di quel determinato contesto (che sia scuola o quartiere o paese).
    Sta di fatto che la violenza verbale (battute, offese...), Non può essere paragonata a quella fisica!

    Bisognerebbe fare una ricerca e vedere quante violenze psicologiche perpuetate da donne nei confronti degli uomini sono poi sfociate in femminicidi.
     
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    Se vuoi restare ad un livello scientifico non puoi usare giudizi di valore o morali (carattere migliore).

    Mi chiedo però che cosa tu voglia con questa e con interventi in altre discussioni dimostrare. La frequenza di quelli che con un termine che poco o nulla mi piace sono definiti femminicidi, delle violenze sessuali nei confronti di donne, e di fenomeni del genere è innegabile e sia per frequenza che per gravità non paragonabile ai casi in cui siano uomini le vittime.

    Quali siano i motivi si può discutere. Personalmente sono convinto che nel comportamento delle persone concorrono elementi diversi e che per spiegarli è opportuno, necessario direi, considerarne il più possibile. Oltre alle ragioni culturali, sociali, genetiche o che altro sia, la mia esperienza nel campo della psicoterapia (quasi quaranta anni di pratica soprattutto in ambito clinico) mi ha convinto che gli aspetti psicodinamici, quelli che ho esposto altrove e che riporto in spoiler, vanno tenuti in considerazione, in quanto possono essere determinanti nello scatenare i comportamenti stessi.
    CITAZIONE (dceg @ 20/11/2023, 16:17) 
    Riprendo questa discussione, con alcune riflessioni che mi è venuto da fare leggendo le orribili notizie dell'uccisione di Giulia Cecchettin da parte dell'ex-fidanzato.

    Si è parlato molto di un rapporto distorto degli uomini nei confronti delle donne, ritenute oggetto, possesso, e via dicendo. Una frase che ho letto, che sarebbe stata pronunciata dal padree dell'omicida Filippo Turetta mia ha fatto pensare. La frase suonava press' a poco così: " Nostro figlio, a cui abbiamo cercato di dare tutto…".

    Ebbene questo è il punto che mi ha fatto pensare, il fatto che provabilmente l'omicida non abbia imparato a subire delusioni, ad accettare rinunce e sconfitte: assieme di certo a tanti altri motivi, come quelli accennati più sopra, mi pare importante considerare come, e magari perché, l'omicida abbia una capacità di tolleranza delle frustrazioni estremamente bassa e che questo possa portare alla cosiddetta rabbia narcisistica, che si esprime non di rado in forme estremamente violente.

    Mi chiedo quanto la società attuale accetti e insegni a tollerare le frustrazioni. La figura del vincitore, non importa in che campo, anche nel più, a mio avviso, insulso, come il tirare una freccetta su un bersaglio, solo per fare un esempio, viene osannato e il "perdente", è un meschino senza valore.

    Non mi pace, né ritengo corretto fare diagnosi a distanza, ma mi pare che meccanismi del genere abbiano un'importanza non minore dei fattori relativi al modo di concepire il rapporto tra uomini e donne. La frustrazione di essere lasciato dalla compagna diventa un'offesa narcisistica intollerabile che fa crollare tutto il, debolissimo, mondo intorno a sé.

    Si è parlato di misure preventive, portando nelle scuole iniziative volte a educare sentimentalmente, a correggere il modo di concepire i rappporti tra le persone, ma mi pare sia pur necessario cercare di por freno al mito del successo ad ogni costo, della sconfitta in un campo anche marginale, come la perdita totale di ogni valore, bisogna insomma far presente che l'umiltà, anche la rassegnazione, assieme certo alla speranza, hanno un posto nella vita.


    CITAZIONE (Ondablu @ 21/11/2023, 10:27) 
    Bisognerebbe fare una ricerca e vedere quante violenze psicologiche perpuetate da donne nei confronti degli uomini sono poi sfociate in femminicidi.

    Non capisco il senso di questa frase che mi pare sia contraddittoria in sé.
     
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    Si, avevo letto il tuo post. Comunque voglio solamente dire che dai media, donne e uomini stanno mandando il messaggio di quanto l'uomo sia più cattivo della donna, direi che non sono d'accordo, la cattiveria c'è in egual misura sia nell'uomo che nella donna, poi per quanto riguarda la violenza fisica c'è una statistica maggiore dell'uomo, ma solo perché durante un litigio l'uomo è più forte fisicamente, se la donna potesse chissà quanti maschicidi ci sarebbero allora. Non mettiamola quindi sul piano che l'uomo è più cattivo della donna, ma vediamolo come un problema di comunicazione tra uomo e donna che c'è da ambo le parti.
     
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    CITAZIONE (Ondablu @ 21/11/2023, 10:45) 
    ma solo perché durante un litigio l'uomo è più forte fisicamente, se la donna potesse chissà quanti maschicidi ci sarebbero allora. .

    i femminicidi durante una lite domestica non sono certo l'unico e forse neppure il più diffuso caso , quello di cui si parla più spesso è il femminicidio per l'ultimo incontro , spesso premeditato, a cui nel caso di viricidio potrebbe sostituirsi il veleno nel caffè o la coltellata a chi dorme . Per non parlare dell'omicidio su commissione . No la debolezza fisica potrà spiegare qualcosa , ma solo una minima parte

    Edited by Oskar - 23/11/2023, 16:34
     
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    Il problema non è certo se si possa definire il maschio come il più cattivo. (qualsiasi pregiudizio per qualsiasi categoria, cioè giudizio preventivo su un individuo solo perchè appartenente ad una determinata categoria , indipendentemente dalle caratteristiche individuali dello stesso è un emerita sciocchezza) , ma cosa hanno prodotto secoli di cultura di possesso dell' uomo sulla donna, e come fare per estirpare quei residui
     
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    Se fosse per me io sono per il poliamore, cioè che uno è libero di innamorarsi di chi vuole o disinnamorarsi senza che per questo ci siano problemi per il compagno/compagna di turno, non credo che l'amore tra due duri in eterno, penso che sia un imposizione sociale visto che l'amore semplicemente accade e può finire in qualsiasi momento.
     
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    CITAZIONE (Ondablu @ 21/11/2023, 11:24) 
    Se fosse per me io sono per il poliamore, cioè che uno è libero di innamorarsi di chi vuole o disinnamorarsi senza che per questo ci siano problemi per il compagno/compagna di turno, non credo che l'amore tra due duri in eterno, penso che sia un imposizione sociale visto che l'amore semplicemente accade e può finire in qualsiasi momento.

    Hai una visione semplicista e meccanicista dei sentimenti e dei rapporti tra le persone, dimentichi o non conosci quanto in essi ci sia di aspettative, speranze, illusioni e delusioni nonché di proiezioni e di come il fallire o finire del rapporto, magari unilaterale, possa attivare dinamiche non necessariamente violente. L'imposizione sociale può essere la costrizione a proseguire un rapporto che non funziona più (ma ci sono anche fattori diversi che possono portare a questo, anche quelli economici), ma questa costrizione, un tempo sancita dalle leggi che impedivano di sciogliere il matrimonio ed ancor oggi praticata dalla chiesa cattolica che lo considera un sacramento, oggi si è attenuata; quel che resta sono i sentimenti e qui ognuno è responsabile non di quello che sente ma di quello che fa.
     
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    Non capisco perché bisogna provare dei sentimenti esclusivamente per una persona, costringendosi ad essa e precludendosi la possibilità che uno possa provare sentimenti amorosi estendendoli anche ad altre donne o uomini, la tua visione la vedo molto limitante e figlia di quell'attaccamento che porta all'esclusività senza poter vivere in modo sano la propria propensione ad amare ogni qualvolta se ne sente il bisogno, direi che non è semplicistica ma semplice, naturale.
    Mi sembra più semplicistica e meccanicistico il tuo modo di vedere, cioè pensare di imporsi la "fedeltà" ad una donna per tutta la vita illudendosi che non possano esistere potenzialmente altre donne in grado di farti innamorare.

    Edited by Ondablu - 21/11/2023, 12:14
     
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    Non è quello che ho scritto o intendevo. Il „disamoramento“ non è necessariamente bilaterale e consenziente, per cui ci può essere sofferenza, delusione, rabbia o che altro da parte di chi viene lasciato e si sente deluso (anche se la delusione, in quanto fine di un’illusione non dovrebbe essere qualcosa di necessariamente negativo, anzi) offeso, tradito e può reagire anche con violenza.

    Mi sembra proprio che tu non consideri quanto complessi, sfaccettati, persino contradditori siano i sentimenti e i comportamenti umani.
     
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