Povertà in Italia: allarmante rapporto della Caritas

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    Pochi giorni fa è stato presentato il rapporto della Caritas su povertà ed esclusione sociale dal titolo "Tutto da perdere". I contenuti sono estremamente allarmanti:

    CITAZIONE
    "Dopo quasi trent'anni dalla prima uscita del Rapporto, il fenomeno della povertà può dirsi completamente stravolto nei numeri e nei profili sociali.
    Si contano oltre 5 milioni 674 mila poveri assoluti (+357 mila rispetto al 2021), pari al 9,7% della popolazione: un residente su dieci oggi non ha accesso a un livello di vita dignitoso. È un fenomeno ormai strutturale e non più residuale come era in passato".

    Oltre 5 milioni e mezzo di poveri; 14 milioni 304 mila persone a rischio di povertà, il 24,4% della popolazione totale; 1,2 milioni di minori in condizione di indigenza.
    Tra i nuclei famigliari in situazione di povertà assoluta, il 47% ha il capofamiglia occupato. E' il fenomeno dei working poor, il cui potere di acquisto è stato eroso dall'inflazione.

    Povertà in Italia oggi significa non poter scaldare adeguatamente la propria casa perché le bollette sono troppo care. Vuol dire rinunciare a curarsi perché non ci si può permettere una visita medica specialistica a pagamento mentre, al contempo, quelle negli ospedali pubblici sono ormai quasi impossibili da prenotare.
    La crescita della povertà delle famiglie italiane, insieme al parallelo smantellamento del sistema di welfare, rappresenta un'emergenza sociale che dovrebbe essere considerata la priorità da affrontare da tutte le forze politiche.
     
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    Credo sia stato Churchill, ha dirlo: "il comunismo è un equa distribuzione della miseria, il capitalismo un iniqua distribuzione della ricchezza"
    Da anni, in Italia, si sbandiera l'incubo del "equa distribuzione della miseria", a tal punto che nessuno teme più l'incubo della "iniqua distribuzione della ricchezza"...
     
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    Porca miseria, ma c'è qualcuno che pensa che negli anni Sessanta in pieno boom la situazione fosse molto diversa, o al quale venga il dubbio che se le statistiche ci rappresentano una povertà in aumento forse c'è anche di mezzo una stima errata per sopravvalutazione della situazione precedente?

    Nessuno si rende conto che il nostro sistema sanitario nazionale costa un occhio della testa, che mezzo mondo è da decenni che ce lo dice e che per mantenerlo noi avremmo dovuto sviluppare una politica industriale ed enegetica assatanata, ben altrimenti dal comodamente considerarlo un "diritto acquisito"?

    Va bene che molti con l'introduzione dell'Euro hanno improvvisamente pensato di essere diventati ricchi e di potersi permettere vacanze all'estero a tutto spiano, ma possibile che non emerga con chiarezza l'idea che da allora stiamo ciascuno di noi e tutti quanti insieme pretendendo di vivere al di sopra delle nostre possibilità in nome di un privilegio che temporaneamente ci viene dal valore di scambio della moneta?

    Troppa gente che non pensa ad altro che al posto fisso di minor responsabilità possibile e alla pensione più presto possibile, troppi che inseguono il guadagno derivante da una mediazione sul prodotto altrui e troppo pochi che si impegnino in una produzione socialmente utile. Ma su cosa cribbio avevamo detto che fosse fondata la nostra Repubblica? Sul salario forse?

    Cosè, colpa di questo attuale Governo o piuttosto colpa di una deriva anticulturale che viene giù diretta da craxismo e berlusconismo che antepone la pretesa di diritti alla consapevolezza verso doveri alla partecipazione, che legge l'Art.4 della Costituzione scambiando il diritto al lavoro per un diritto ad un reddito e facendo spallucce del dovere individuale di ognuno a concorrere al progresso della società?
     
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    CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 23/11/2023, 14:00) 
    Nessuno si rende conto che il nostro sistema sanitario nazionale costa un occhio della testa, che mezzo mondo è da decenni che ce lo dice...

    Non mi risulta. In Italia la spesa pubblica per il sistema sanitario è, in proporzione al PIL, meno che negli altri paesi avanzati (con sistema sanitario nazionale). In Europa ci sono 13 paesi che spendono più dell'Italia.

    Sanità 24.

    Spesa sanitaria 2022: Italia sotto la media Ocse. In Europa 16ma per spesa pro capite: rispetto alla media un baratro di 47,6 mld. Manovra: senza rilancio del finanziamento pubblico addio al diritto alla tutela della salute
     
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    Evidentemente il restante di quel PIL per come è strutturato (e tassato) da noi non regge quella componente di voci di spesa per SSN e tutto dice che mancherà ancora qualcosa in proiezione futura.

    E guarda che io non sto mica suggerendo di abbassare la spesa: è l'altro braccino che deve essere messo in condizioni di supportare.
     
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    L'analisi delle cause di lungo termine della povertà in Italia è importante ma non spiega, se non in piccola parte, l'impennata del numero di poveri nel nostro Paese degli ultimi anni. L'inflazione ha eroso risparmi e potere di acquisto e, se non cerchiamo tutti insieme una soluzione basata su solidarietà e redistribuzione, oltre che sulla crescita, i prossimi anni saranno ancora più drammatici.
     
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    Solidarietà e redistribuzione, sì, sì.

    Nell'immediato questo si può fare, quindi questo deve essere fatto come gestione emergenziale.

    Ma se si vuole costruire un sistema che abbia qualche probabilità di reggere nel futuro tutte le bellissime aspettative che noi oggi abbiamo e che ci illudiamo chiamando diritti (a cominciare da un SSN efficiente e gratuito) dobbiamo rasegnarci all'idea che dobbiamo essere complessivamente più ricchi -come comunità dico- cioè dobbiamo lavorare di più -tutti dico- e in settori maggiormente lucrosi per la società (anche se fossero egoisticamente meno comodi).
     
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6 replies since 23/11/2023, 13:25   153 views
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