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A seguito del terribile omicidio di Giulia Cecchettin da più parti si è iniziato a dire che a scuola sarebbe necessario istituire corsi di educazione al rispetto e contro la violenza sulle donne.
Negli anni alla scuola è stata affidata, spesso in maniera poco definita nelle modalità, la responsabilità di educare gli alunni su vari argomenti, tra cui il contrasto al bullismo e al cyberbullismo, la lotta alle discriminazioni razziali e di genere, l'educazione civica e la preservazione della memoria dell'Olocausto e delle foibe.
Siamo sicuri che sia giusto citare sempre il ruolo della scuola quando c'è un'emergenza sociale da affrontare? Non si parla mai dell'importanza delle famiglie e dell'influenza della società nel suo complesso eppure non è certo nelle aule che i ragazzi imparano l'odio e l'intolleranza. Non è nelle scuole, nelle quali i docenti sono in stragrande maggioranza donne, che i giovani acquisiscono visioni distorte del rapporto tra uomini e donne. Ciò avviene nelle case, in alcuni ambienti sportivi distorti nei loro valori da genitori e tifosi fanatici e in molti contesti degradati socialmente e culturalmente.
Non è che demandare tutto alla scuola sta diventando, per i politici, un modo per non affrontare i problemi alle radici?
E qualcuno si è chiesto in quali ore e con quali competenze e linee guida i docenti dovrebbero occuparsi di materie tanto complesse?
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Effettivamente si sopravvalutano le istruzioni, nel contrasto di queste situazioni, anche perché, il figlio (maschio), vede la figura paterna come quella "da raggiungere", non certo quella del professore, che spesso è oggetto di ironie e comportamenti irrispettosi.
Il problema è: come fai? Mandi un drone, in casa,a monitorare l'educazione di ogni singolo bimbo?
L'unica cosa da fare, è aspettare che cambi la mentalità collettiva, ma questo vuol dire "far passare minimo 3 generazioni"!
Edited by Oskar - 26/11/2023, 12:13
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Due considerazioni che vanno un po' ciascuna in una differente direzione, ma che forse possono aiutare a definire un campo di ulteriore ragionamento.
- La Scuola italiana è ormai alla frutta, è compromessa in maniera irreparabile dopo decenni di riforme sciagurate, fraintendimenti sui ruoli istituzionali e sistematica selezione al peggio del personale ad ogni livello (sia mediante sottoretribuzione che per effetto di sistemi concorsuali infelici). Non è in grado di adempiere ai propri compiti, men che meno potrebbe sopperire a deficienze sociali in ulteriori ambiti.
Ove la situazione non fosse tanto grama quanto purtroppo in effetti è, dalle istituzioni scolastiche pubbliche sarebbe comunque saggio desiderare un saldo insegnamento del pensiero critico e un avvio all'approccio problematico, mai un approccio dottrinale nemmeno in termini di valori "buoni" che non siano strettamente quelli espressamente indicati in Costituzione (già il rifiuto dell'odio lo trovo -tanto per essere chiaro- altamente fuorviante, come qualsiasi ma proprio qualsiasi approccio dogmatico in materia di genere, la parola femminicidio per esempio dovrebbe essere additata come orrore semantico collidente con il valore dell'uguaglianza).
- Da qualche anno -proprio solo una manciata a mio parere- sta emergendo una preoccupantissima tentazione in alcuni partiti al momento si direbbe soprattutto del cosiddetto centrosinistra, ma ormai è un attimo che l'idea si estenda anche all'area solitamente percepita come di destra -dove probabilmente troverebbe terreno fertile- nella direzione che la politica istituzionale possa arrogarsi la funzione di "educare il Cittadino".
E' un concetto spaventoso per il suo carattere sfacciatamente totalitario che tuttavia ormai viene espresso senza vergogna da esponenti magari non di primissimo piano ma significativi a livello nazionale di partiti come il PD.
Ovviamente l'aberrazione non sta nel fatto che la politica in senso filosofico o anche nel senso dell'organizzazione di aggregazioni con natura di "corpo intermedio" sviluppi su base volontaria una promozione valoriale finalizzata ad una elevazione morale di coloro che liberamente scelgano di parteciparvi, ma che si azzardino impropriamente a farlo con carattere di cogenza le istituzioni politiche della Repubblica.
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CITAZIONE (Welcome to Paradise @ 23/11/2023, 14:29) Effettivamente si sopravvalutano le istruzioni, nel contrasto di queste situazioni, anche perché, il figlio (maschio), vede la figura paterna come quella "da raggiungere", non certo quella del professore, che spesso è oggetto di ironie e comportamenti irrispettosi.
Il problema è: come fai? Mandi un drone, in casa,a monitorare l'educazione di ogni singolo bimbo?
L'unica cosa da fare, è aspettare che cambi la mentalità collettiva, ma questo vuol dire "far passare minimo 3 generazioni"!
Un'azione sociale e culturale certamente non è semplice ma è necessaria. Limitarsi a dire "ci pensa la scuola" quando poi a casa i ragazzi sentono e assorbono messaggi totalmente diversi da quelli che ricevono in classe è un modo per far finta di aver fatto qualcosa senza, in realtà, aver risolto nulla.
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Più che di problemi educativi si tratta di risolvere problemi psichiatrici.
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CITAZIONE (Ondablu @ 26/11/2023, 12:15) Più che di problemi educativi si tratta di risolvere problemi psichiatrici.
Molto spesso le cose sono correlate...
Anni fa parlai con una suora (periodo in cui ero ancora credente), e le chiesi un', opinione sulla suora uccisa a Chiavenna nel giugno 2000, facendole notare che pure io ero appassionato di musica "hard and heavy", (non metal estremo, però, che era seguito dalle tre assassine)
Lei mi rispose (era una donna molto intelligente) che in un contesto sociale già difficile, non fa che peggiorare la situazione.
Le tre ragazze erano già problematiche, la musica le ha fatto perdere ogni freno.
Aveva obbiettivamente ragione.
Tale ragionamento, si potrebbe fare, anche per i maschi violenti.
Già problematici, trovano un tipo di educazione che li fomenta ulteriormente!
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Si tratta di prendere un grosso granchio pensando di dover educare indistintamente tutti gli uomini, nel senso che il vero problema, che è quello psichiatrico di solo alcuni uomini, non viene affrontato.L'educazione di un malato psichiatrico va mirata al soggetto in questione che può essere individuato ai primi segni di squilibrio e qui entrano in causa solo le donne che dovrebbero innanzitutto essere oneste e non fare false denunce come spesso fanno e quindi dopo aver denunciato il sopruso, l'uomo dovrebbe fare un percorso psicologico. Colpire nel mucchio non serve a niente è un inutile perdita di tempo e di risorse che non risolvono il problema.
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I malati sono psichici, non psichiatrici. Che cosa sarebbe "un percorso psicologico"?
Le malattie psichiche insorgono con modalità che dipendono dall'ambiente anche sociale in cui il malato è cresciuto e si trova.
Tanto per fare un esempio: la società in cui visse Sigmund Freud favorì lo svilupparsi di quei disturbi allora definiti isterici, frequenti nella sua clientela. Le mutate condizioni sociali hanno portato ad una riduzione se non a quasi la scomparsa di tali patologie, mentre sono aumentate, rispetto ad allora, le sindromi depressive.
Già nel corso della mia attività, quasi un quarantennio, ho visto mutamenti evidenti nella frequenza di patologie, non di rado da mettere in relazione con cambiamenti sociali.
Edited by dceg - 26/11/2023, 13:34
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Si, ma visto le recenti prese di posizione, dove si dice che tutti gli uomini debbano essere educati mi sembra paradossale.
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CITAZIONE (Ondablu @ 26/11/2023, 13:21) Si, ma visto le recenti prese di posizione, dove si dice che tutti gli uomini debbano essere educati mi sembra paradossale.
Più che educare gli uomini, direi di riflettere sugli esempi che gli vengono propinati, già in giovane età!
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CITAZIONE (Ondablu @ 26/11/2023, 13:21) si dice che tutti gli uomini debbano essere educati
Non si tratta di „educare“, che è qualcosa che richiama modi autoritari, ma far capire e prendere coscienza.
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10 replies since 23/11/2023, 13:55 192 views
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