Verso le elezioni presidenziali americane 2024

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    Qui un'efficace e veloce "ripassata" della storia dei due partiti (https://www.ilpost.it/2024/01/31/storia-pa...i-repubblicani/) , entrambi definiti big tent in quanto obbligati dal sistema elettorale a ospitare posizioni variegate e persino contrastanti (alcuni esempi interessanti), tali che in alcuni casi i sostenitori potrebbero migrare in quello opposto, il che è infatti avvenuto quando la Corrente dei democratici del Sud è passata ai repubblicani.
    Attualmente la "tenda" democratica è divisa in tre settori ben definiti; azzarderei che l'eventuale radicalizzazione di un certo numero di esponenti sarebbe per così dire ammortizzata.
    Oggigiorno il Partito Democratico è una formazione liberal-progressista con correnti interne estremamente diversificate a seconda delle basi politiche e territoriali di riferimento.
    Scomparsa la corrente dei Democratici del Sud passata nei Repubblicani, esiste tuttavia una fascia di centristi, liberali in politica economica e più conservatori della media del partito sui diritti civili, che consentono ai dem di presidiare fasce di elettorato a lungo ostili negli ultimi decenni: un esempio classico è Joe Manchin, Senatore dello Stato della West Virginia.
    Negli ultimi anni sta prendendo piede la corrende dei Progressive Democrats, esponenti della sinistra interna e aperti alla lotta ai monopoli finanziari e tecnologici, alla sanità universale, alla democratizzazione del sistema politico, a un welfare all’Europea e a tutte le battaglie proprie della cultura liberal predominante tra gli studenti e la nuova borghesia urbana. L’esponente tipico di questa corrente è stato, negli ultimi anni, il Senatore del Vermont Bernie Sanders.
    Relativamente maggioritaria resta, comunque, la corrente dei Democratici Centristi, così chiamati in quanto non si professano propriamente di sinistra e si rifanno piuttosto al centrismo liberale e alla terza via di ispirazione blairiana. Tra questi vi sono importanti personaggi quali i presidenti Bill Clinton, Barack Obama e Joe Biden. Essi rappresentano l’ossatura del partito e di parte della classe dirigente americana. I maggiori custodi di una lunga storia che deve sempre essere mediata con le spinte provenienti dall’esterno. Come del resto Biden ha ben dovuto comprendere, bilanciandosi tra pressioni dei radicali e mediazioni con i conservatori, fin dai primi giorni del suo mandato.(https://it.insideover.com/schede/politica/...-americano.html
     
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    Già, credo che proprio questa gabbia cominci a sembrare insopportabile ad un certo mondo fatto di Statunitensi dagli elevatii titoli accademici ed una certa conoscenza della vecchia Europa, prevalentemente originari della East Coast ma di fatto innervati un po' ovunque nel sistema federale, culturale ed economico USA, fino ad ora ossatura tradizionale dei Democratici.

    Un po' quel fastidio che veniva già preconizzato nel film-commedia degli anni Novanta con Eddie Murphy "The Distinguished Gentleman" (in particolare nella rappresentazione del sistema elettorale disvelata nella parte narrativa iniziale di quella finzione artistica).
     
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    https://www.tgcom24.mediaset.it/elezioni-e...4-202402k.shtml

    Lo staff di trump ha condiviso una foto di Biden legato ed imbavagliato.
    Si difendono dicendo che avrebbero solo pubblicato una foto vista in strada.

    Io dico che però non è una cosa tanto bella.
    Per me in un paese come l'America con forti tensioni immagini come queste sarebbero da evitare.
     
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    Il rispetto reciproco anche tra avversari, che un tempo caratterizzava la vita politica statunitense, è da molto scomparso.
     
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    Nella media dei sondaggi Biden avrebbe raggiunto trump:
     
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    Biden sta gestendo bene, ai miei occhi, l'attuale crisi tra Iran e Israele. Mi sembra che oggi più che mai sia evidente che la sua rielezione sia più che mai auspicabile.
     
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    Negli USA col sistema elettorale coi grandi elettori attribuiti in blocco per stato,a parte Maine e Nebraska,i sondaggi nazionali
    potrebbero non essere sufficienti per avere un'idea del risultato complessivo.

    Con dei distacchi risicati,diciamo entro i 5 punti,potrebbe vincere chi è dietro.

    Come trump che nel 2016 prese 2 punti in meno della Clinton,48% - 46%,ma che vinse più grandi elettori.

    Oppure lo stesso 2020 in cui Biden vinse di 4,5 punti,51,3% - 46,8%,ma con piccole oscillazioni trump poteva
    vincere alcuni stati incerti e la maggioranza dei grandi elettori.
    Cioè con mezzo punto in più,e quindi un divario del 3,5%,trump però poteva ottenere più grandi elettori
    e con essi la presidenza,nonostante il 3,5% sia un divario abbastanza alto.

    Alle elezioni di medio termine del 2022 l'astensione ha colpito molto i Democratici.
    Nonostante questo hanno limitato le perdite alla Camera.
    Perdendo solo una decina di seggi,quando in passato il partito di governo alle elezioni di metà mandato
    ne perdevano 30 o anche 50.
    Ed invece avanzando al Senato e nei Governatori.

    Al momento come voto al solo partito sarebbero avanti i Democratici col 44,3% sui Repubblicani al 43,0%.

    Però resta una situazione molto fluida ed incerta.
     
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    Il sistema elettorale americano, che a noi sembra folle (anche a me, onestamente) è figlio della struttura politica di quel Paese, a sua volta derivante dalla storia della sua nascita.
    Gli USA non sono uno Stato unitario, ma una FEDERAZIONE di Stati, tutti molto gelosi delle proprie prerogative.
    Gli Stati più piccoli e meno popolati (tradizionalmente Repubblicani) sarebbero fortemente penalizzati nel caso il sistema elettorale fosse diverso e più simile al nostro, per cui si opporrebbero strenuamente ad ogni modifica,
    In più in questi anni i Repubblicani, forti della sovrarappresentazione in Parlamento dovuta a questo speciale sistema elettorale, lo hanno ulteriormente peggiorato facendo largo uso, senza troppi scrupoli, del gerrymandering (qui se non sapete cos'è: https://it.wikipedia.org/wiki/Gerrymandering ).
    In pratica, per essere sicuri di vincere le elezioni, i Democratici devono partire con una larga maggioranza del voto popolare, il 50% + 1 non basta.
     
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    CITAZIONE (Atlantista @ 17/4/2024, 16:09) 
    Il sistema elettorale americano, che a noi sembra folle (anche a me, onestamente) è figlio della struttura politica di quel Paese, a sua volta derivante dalla storia della sua nascita.

    Non chiamerei folle il sistema elettorale americano. E' un sistema che tiene conto della distribuzione dei voti nel territorio, invece che della sola maggioranza. Io potrei anche definire folle il principio del 50% + 1, specialmente in casi di votazioni su questioni della massima importanza, come l'uscita dalla UE del Regno Unito. In un caso come quello avrei messo una soglia del 70%.
    Certamente, il sistema elettorale americano è stato originato dalla storia degli USA, la più antica democrazia del mondo, e la sua costituzione è stata scritta quando in Europa governavano le monarchie assolute per grazia divina.

    Quando i padri della patria scrissero la costituzione nel 1787, discussero a lungo sul sistema di elezione del presidente. I sistemi proposti erano due: uno, che poi fu approvato, era quello usato ancora oggi, l'altro prevedeva invece di far eleggere dal popolo solo il Congresso, che poi avrebbe eletto il Presidente (simile all'attuale sistema italiano). Particolare curioso: la ragione per la quale era stata proposta l'elezione indiretta del presidente derivava dai dubbi sulla cultura generale della popolazione americana di allora, largamente composta da contadini. I sostenitori dell'elezione indiretta del presidente sostenevano che l'elezione diretta avrebbe costituito un potenziale pericolo (uno spunto di riflessione per il nostro sistema elettorale?)

    Trovo invece molto negativo il fatto che i cittadini americani debbano iscriversi ogni volta ai collegi elettorali, con conseguente instabilità degli stessi collegi, il che permette, appunto, il gerrymandering. Gli americani farebbero bene a cambiare questo, come è stato proposto da più parti. Curiosamente, perfino Trump aveva dichiarato, in passato, che gli USA avrebbero fatto bene a riparare il loro antiquato sistema elettorale.

    Fino all'elezione di Donald Trump, ero convinto che il candidato presidente e il (a lui abbinato) candidato vicepresidente fossero una sorta di pacchetto inscindibile. Forse credevo così perchè mi sembrava abbastanza logico. Invece sono indipendenti. In teoria, anche se non è mai accaduto (credo!), alle prossime elezioni Donald Trump potrebbe essere presidente e Kamala Harris il vicepresidente.

    CITAZIONE
    Gli USA non sono uno Stato unitario, ma una FEDERAZIONE di Stati, tutti molto gelosi delle proprie prerogative.

    Ma sono una nazione molto unita, con un forte senso d'identità americana, direi molto di più del senso d'identità italiana, nonostante il nostro Stato unitario.
    Inoltre, gli Stati membri degli Stati Uniti d'America, sempre per la loro origine storica, sono molto diversi dagli Stati europei. Essendo stati creati esclusivamente dall'immigrazione, principalmente dall'Europa, sono relativamente simili riguardo alla composizione etnica. La popolazione americana migra facilmente da uno Stato all'altro per motivi di studio o di lavoro. Il senso di appartenenza agli Stati Uniti è molto forte, mentre l'appartenenza ad un particolare Stato è molto più debole. Quando si chiede ad un americano di dove è, lui risponde con lo Stato e/o città dove risiede, non dove e' nato.
    Due eccezioni che ho notato sono gli abitanti di New York e di Boston. I nati in queste due città storiche hanno un forte senso di appartenenza, e sono molto orgogliosi di essere newyorker o bostonian.
    Forse questa differenza è dovuta alla storia più profonda di queste due città, che infatti sono considerate dagli americani molto europee e poco americane. Boston è la più antica città americana, ha perfino qualche edificio costruito nel 1600. I nativi delle due città, in particolare New York, non sono molto simpatici alla maggioranza degli americani, perchè, dicono, si danno troppe arie.

    Edited by Mario_A - 18/4/2024, 09:39
     
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    Presidente e vicepresidente sono un unico ticket.
    Per le elezioni federali.

    Quindi si vota per trump-Pence,o per Biden-Harris.

    E'in alcuni stati che l'elezione del Governatore e del Vice sono scollegate.
    Per dire la Carolina del Nord ha un Governatore Democratico ed un Vice Repubblicano.
    O la Louisiana prima delle ultime elezioni governatoriali.
     
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    CITAZIONE (Mario_A @ 18/4/2024, 09:20) 
    Ma sono una nazione molto unita, con un forte senso d'identità americana, direi molto di più del senso d'identità italiana, nonostante il nostro Stato unitario.
    Inoltre, gli Stati membri degli Stati Uniti d'America, sempre per la loro origine storica, sono molto diversi dagli Stati europei. Essendo stati creati esclusivamente dall'immigrazione, principalmente dall'Europa, sono relativamente simili riguardo alla composizione etnica.

    Rispondo solo a questo punto: per il resto, o sono d'accordo con te oppure ritengo le divergenze, per esempio in tema di sistema elettorali, frutto di preferenze personali non sindacabili: de gustibus, insomma... ;)
    Purtroppo non è più del tutto vero ciò che dici, lo dico da convintissimo filo-americano, amante viscerale degli USA, Paese in cui ho viaggiato, studiato e lavorato per lungo e per largo.
    Purtroppo le crepe nel tessuto della Società americana sono evidentissime, ed il senso di appartenenza unitario è venuto molto scemando negli ultimi tempi. Si può discutere se il "il fenomeno Trump" sia effetto o causa di questa scollamento, ma che ci sia è innegabile.
    Le cause sono molteplici: la globalizzazione che ha impoverito (sia pur in senso relativo) una larga fascia di Americani, l'immigrazione incontrollata (per dare un’idea del fenomeno: la popolazione statunitense rappresenta circa il 5% della popolazione mondiale totale, ma quasi il 20% di tutti i migranti del mondo, risiedono negli Stati Uniti) con gli inevitabili problemi sociali annessi e, last but not least, la mazzata finale della pandemia di Covid che negli USA ha colpito in modo particolarmente duro, con strascichi enormi soprattutto in campo economico.
    L'America è un Paese diviso, profondamente diviso: è questo è un problema potenziale per tutti.
     
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    In realtà formalmente Presidente e Vicepresidente non sono un unico ticket. È una delle tante questioni su cui la politica americana vive più di prassi che di altro. A regolare l'elezione di Presidente e Vice è il 12esimo emendamento alla Costituzione americana, adottato nel 1803, ed esso non prevede alcun vincolo al collegamento di Presidente e Vice. Presidente e Vicepresidente sono infatti, da 12esimo emendamento, formalmente eletti dai Grandi elettori di ciascuno stato, su schede separate. In linea puramente teorica quindi i Grandi elettori potrebbero votare per un Presidente e un Vice a lui non collegato.

    Ma è chiaramente tutta teoria, in pratica questo non accade. In alcuni stati oltretutto i Grandi elettori sono obbligati a votare rispettando l'esito del voto popolare in quello stato e quindi chiaramente per l'intero ticket vincitore. In altri stati invece l'obbligo non c'è, ma a meno di rarissime eccezioni i Grandi elettori votano sempre conseguentemente all'esito del voto popolare.

    CITAZIONE (Mario_A @ 18/4/2024, 09:20) 
    In teoria, anche se non è mai accaduto (credo!)

    È successo due volte che Presidente e Vicepresidente fossero di partiti diversi, la prima nel 1796, quando il sistema di elezione di Presidente e Vice era estremamente diverso (a livello pratico in realtà per gli esiti cambiava poco) e proprio per evitare che riaccadesse fu adottato il sopracitato 12esimo emendamento con il sistema elettorale che conosciamo oggi. La seconda volta invece fu nel 1864, in piena guerra civile, con il Partito Repubblicano e il Partito Democratico dell'Unione che si presentarono in un ticket unitario con un candidato Vice democratico ad appoggiare Lincoln.
     
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    Infatti allora,teoricamente,i grandi elettori di un certo candidato potrebbero votare per l'avversario.

    Tipo,nel 2020 Biden elesse 306 grandi elettori e trump 232.

    Se però un certo numero di grandi elettori di Biden avesse votato trump trump stesso avrebbe però potuto essere eletto presidente.

    Però è una possibilità davvero molto teorica.

    Infatti molti stati non ammettono che i grandi elettori non rispettino il voto popolare:
    https://en.wikipedia.org/wiki/Faithless_elector

    E poi i casi di elettori infedeli sono rarissimi.

    Invece in alcuni stati Governatore e Vice sono eletti dagli elettori con 2 elezioni proprio distinte.
    Per dire nel 2020 nella Nord Carolina fu eletto col 51,5% un Governatore Democratico sui Repubblicani fermi al 47,0%.
    Ma nelle contemporanee elezioni per il Vice Governatore vinse un Repubblicano col 51,6%.

    Per essere più precisi:

    Partito--------------% e voti Governatore 2020---------% e voti Vice Governatore 2020----
    Democratici...................51,5%-2,834,790............................48,4%-2,623,458..........
    Repubblicani..................47,0%-2,586,605............................51,6%-2,800,656...........
    Altri...............................1,5%-.....81,383

    Cioè ballavano 210mila voti tra le 2 elezioni tra Dem e Rep.
     
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    CITAZIONE (Atlantista @ 18/4/2024, 14:21) 
    Purtroppo non è più del tutto vero ciò che dici, lo dico da convintissimo filo-americano, amante viscerale degli USA, Paese in cui ho viaggiato, studiato e lavorato per lungo e per largo.

    Anch'io ho vissuto negli USA, circa quattro anni, per lavorare nel campo della ricerca scientifica. Ma, è vero, erano altri tempi, circa quarant'anni fa, con il presidente Ronald Reagan. All'epoca, come ho già scritto in un altro post, sarebbe stato impensabile eleggere alla Casa Bianca uno come Donald Trump, ma, per contro, anche uno come Barack Obama o una donna. Inoltre, il mio periodo in America è stato diviso, quasi al 50% tra due città che non sono certo la media USA: Washington DC e Boston. Ho lavorato in due istituti top, e la gente che frequentavo proveniva in gran parte dal mondo accademico e della ricerca.
    Ammetto che la mia visione degli USA è "biased", cioè limitata ad un particolare punto di vista (positivo), ma ha contribuito a lasciarmi un bellissimo ricordo.
     
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    CITAZIONE (Mario_A @ 18/4/2024, 15:21) 
    CITAZIONE (Atlantista @ 18/4/2024, 14:21) 
    Purtroppo non è più del tutto vero ciò che dici, lo dico da convintissimo filo-americano, amante viscerale degli USA, Paese in cui ho viaggiato, studiato e lavorato per lungo e per largo.

    Anch'io ho vissuto negli USA, circa quattro anni, per lavorare nel campo della ricerca scientifica. Ma, è vero, erano altri tempi, circa quarant'anni fa, con il presidente Ronald Reagan.

    Erano veramente altri tempi, un'altra America. Io ci sono stato per la prima volta pochissimi anni dopo, nel 1992, anche io per lavorare in campo scientifico, ed era un paradiso
    Ci sono tornato moltissime volte, l'ultima pochi mesi fa: ed è tutto un altro mondo, purtroppo. San Francesco, in particolare, irriconoscibile: pieno di homeless aggressivi e con la faccia poco raccomandabile, palesemente in stato di alterazione. Il mio albergo era in pieno centro, a due passi da Union Square, ma la sera avevamo paura ad uscire per andare a cena e finivamo sempre per cenare in albergo.
    Niente di paragonabile alla "Frisco" di 30 anni fa, spumeggiante e piena d vita.
     
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