Scopri perché il Mercato Nero non è solo per i Criminali!

Un'opzione economica controversa

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    Ritengo che le differenze tra disuguaglianze ingiuste e disuguaglianze naturali possano essere sfumate e soggette a interpretazione. Tuttavia, il principio guida dovrebbe essere la distinzione tra disuguaglianze che derivano da processi legittimi e volontari e quelle che derivano da ingiustizie o coercizione.

    Per esempio, il talento naturale e le differenze di abilità tra le persone sono una forma di disuguaglianza naturale che non può essere considerata ingiusta in sé. Ognuno di noi ha talenti e capacità diverse che derivano da una combinazione di fattori genetici, ambientali e individuali. Questa diversità è una caratteristica intrinseca della condizione umana e non può essere eliminata senza violare la libertà individuale.

    D'altra parte, le disuguaglianze che derivano da ingiustizie strutturali o sistemiche, come l'accesso limitato all'istruzione o alle opportunità economiche a causa della classe sociale di appartenenza, possono essere considerate ingiuste. Nel tuo esempio, se gli studenti provenienti da famiglie agiate hanno migliori risultati a scuola non perché sono intrinsecamente più talentuosi, ma perché hanno accesso a risorse e opportunità migliori rispetto agli studenti provenienti da famiglie disagiate, allora questa disuguaglianza può essere considerata ingiusta.

    Mi pare, comunque, che stiamo andando troppo OT.
     
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    CITAZIONE (DataDrifter @ 15/4/2024, 15:58) 
    Inoltre l'articolo presenta una contraddizione evidente nel citare capi di stato come esempi di possibili aderenti all'anarco-capitalismo. Questo è un errore fondamentale, poiché i capi di stato, per definizione, incarnano e mantengono il sistema statalista, il che li rende l'opposto ideologico dell'anarco-capitalismo. I capi di stato incarnano il potere coercitivo dello stato e spesso lo utilizzano per mantenere il loro controllo e perseguire gli interessi del governo, il che è diametralmente opposto alla visione anarco-capitalista.

    Sì, certo, le utopie anarchiche prevedono che lo stato sparisca. Ma la storia appunto ci mostra con tragici esempi che in ciò esse non vengono mai realizzate (l' iper-liberismo capitalistico lo vedrei comunque come una distopia pericolosa), mentre parecchie loro tesi -anche di segno opposto - si sono dimostrate molto adatte a essere pervertite e strumentalizzate.
    Al caso, deregolamentazioni, privatizzazioni, forte riduzione della spesa sociale, e via "disuguagliando".E infatti l'articolo cita Milton Friedman, l'economista ispiratore di Pinochet nel "miracolo cileno".
    Ebbero le loro colpe anche gli americani, all'epoca timorosi del "sinistrismo" keynesiano.
     
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    Sei sicuro, DataDrifter, che gli Stati centralizzati rappresentino un particolare fattore di rischio per le guerre? In effetti, si sono forgiati attraverso le guerre, ma credo si possa dimostrare facilmente che in conflitti siano sempre esistiti in abbondanza, anche prima che si costituissero forti compagini statali, le quali peraltro, data la loro potenza economica, ne hanno sicuramente accresciuto il potenziale distruttivo. Ad esempio, fra le comunità tribali è stato dimostrato uno stato di frequenti conflitti, così come la guerra, nel medioevo feudale (privo di forti stati centralizzati) era spesso quasi continua; cambiava solo la scala. Il sistema proposto è interessante sotto vari aspetti, ma dipende fortemente da un giudizio nettamente positivo riguardo alla natura umana. Purtroppo (per me) io ho su di essa un giudizio assai più negativo, e pertanto vedo molto facili i rischi che istituzioni concepite come egualitarie ed imparziali vengano manipolate e distorte dagli onnipresenti cercatori di un vantaggio personale, che finiranno col coalizzarsi per ottenerlo, ovviamente in tal caso a scapito di altri. Lo Stato, con le sue regole, alcune delle quali, lo riconosco, ingiuste e dannose, serve anche per contrastare le derive di questo genere: non voglio dire che lo Stato attuale le escluda, tutt'altro, poiché vediamo ovunque la pressione di oligopoli, ma credo che senza di esso questi abusi sarebbero molto più frequenti e anche su piccola scala. Tutto questo, ovviamente, è per la mia pessimistica visione della natura umana.
     
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    CITAZIONE (FRATT @ 18/4/2024, 16:39) 
    Tutto questo, ovviamente, è per la mia pessimistica visione della natura umana.

    Ti ringrazio per aver capito il punto di divergenze tra me e, oserei dire, tutto il resto del forum.

    Io penso che la natura umana sia buona, è cattiva quando le se ne da l'occasione, e dare il potere assoluto, o quasi, in mano a pochi, è esattamente quel tipo di occasione.
    Piuttosto credo che la natura umana sia intrinsecamente egoista, quindi è necessaria una struttura di incentivi basata sulla proprietà privata e sulla competizione per garantire l'efficienza economica e la stabilità sociale (qualcuno ha mai sentito parlare della teoria dei giochi?).
    In quanti si alzano la mattina pensando di sparare, rubare o violare qualcuno? In quanti invece, davanti ad una rissa cercano o di sedarla o di scappare? Gli esempi possono essere tantissimi. La maggior parte delle persone ha paura o rigetta la violenza, non la cerca.
    La verità è che, come si dice, "fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce". E i media di oggi lo sanno benissimo.


    Questione guerre:

    Lo Stato, alimentato dalla tassazione, tende ad aumentare il suo potere e la sua influenza sulla vita dei cittadini nel corso del tempo. Questo accrescimento si manifesta attraverso un aumento della burocrazia governativa, dell'interventismo economico e delle leggi e regolamenti che limitano le libertà individuali. Più lo Stato cresce, più ha la capacità di esercitare il suo potere su ogni aspetto della vita dei cittadini, determinando le loro scelte e influenzando il loro comportamento.
    Le guerre sono un'estensione diretta del potere dello Stato. Utilizzando le risorse finanziarie raccolte attraverso la tassazione, gli Stati possono finanziare operazioni militari per perseguire obiettivi geopolitici, economici o ideologici. La tassazione quindi, è il mezzo attraverso il quale lo Stato esercita il suo potere e finanzia le sue attività, comprese le guerre.

    Chi potrebbe, privatamente, coi propri soldi, mettere su un esercito di dimensioni statali, mantenerlo, stipendiarlo, rifornirlo per poi invadere altre terre? Quale privato potrebbe costruirsi una bomba atomica coi propri fondi e lanciarla contro qualcuno?
    Gli stati possono farlo perché, come detto, tutte le spese le fanno pagare ai contribuenti inermi, poco importa se privatamente ripudiano la guerra, sono obbligati a pagare. Chissà in quanti, se la tassazione fosse volontaria, darebbero anche pochi euro per la costruzione di un esercito pronto ad invadere i vicini di casa.
     
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    In diversi paesi dell‘America Latina e anche nell‘Africa orientale ci sono eserciti privati che tentano, ed in parte ci sono riusciti, a scalzare lo stato, e non mi pare proprio che abbiano portato a pace tranquillità, seicurezza e benessere. Ed anche in passato eserciti privati ce ne furono, mai, a quanto io sappia, a beneficio della popolazione.

    Le tue idee, DataDrifter, - e te lo avevo già fatto osservare - si basano su di un‘illusione sulla natura umana e su di un concetto di stato come entità distaccata dalla società in cui si forma, ma lo stato democratico è l‘espressione del volere dei cittadini. Che ci siano storture è una realtà, ma senza di esso la situazione sarebbe ancora peggiore, e vi sono paesi, tra cui quelli in cui viviamo, in cui non si vive poi tanto male, anzi meno male, per non dire meglio, di quanto si sia vissuto in qualsiasi altro luogo in passato.
    Il tuo modello di stato mi pare assai più simile a quello assolutista di Luigi XIV che agli stati democratici moderni, certo imperfetti, alcuni pessimi, non lo nego; la tua alternativa però mi pare peggiore del male; ripeto: non porterebbe ad un anarco-capitalismo ma ad un capitalismo anarchico a favore dei pochi più forti.
     
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    Ovviamente non condivido manco una parola di quello che hai detto, anzi, penso che ormai lo stato democratico sia diventato come un religione non diversa da quelle monoteiste. Ma stiamo andando troppo OT, non è questa la sede.
     
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    Io non condivido neanche una parola di quanto affermi tu, quindi siamo pari! :D

    Ritengo inutile continuar a discuterne.
     
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    Rimanendo all'argomento della discussione, difendere il mercato nero come forma di "sopravvivenza alle oppressioni dello Stato" è illegale e pericoloso, oltre che profondamente ingiusto per chi, invece, opera nella legalità e rispettando le leggi.

    CITAZIONE
    Immaginate un piccolo imprenditore che, soffocato dalle tasse e dai regolamenti, cerca di far decollare il suo business offrendo prodotti o servizi senza l'approvazione del governo. Questo imprenditore non è un criminale; è un individuo che cerca di sopravvivere e prosperare in un ambiente ostile.

    Certo che è un criminale, perché sottrae quote di mercato a chi lavora attenendosi alle norme. E attenzione che il rispetto delle norme non significa unicamente pagare le tasse, che sono necessarie per mantenere scuole, ospedali e altre forme di welfare, ma anche sottostare a leggi che regolano il salario dei dipendenti e la loro sicurezza nello svolgimento del lavoro.

    Il fatto che gli Stati democratici contemporanei abbiano delle mancanze non vuol dire dover sostenere la disastrosa utopia di un mondo senza regole, nel quale a spadroneggiare sarebbe sempre e solo il più forte e in cui i deboli non avrebbero alcuna tutela salariale, giuridica, sanitaria e sociale.
     
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    Credo che questo thread di DataDrifter sia solo una provocazione che lui sta portando avanti per puro spirito di polemica.
    Neanche Milei, l'ultraliberista Presidente dell'Argentina (che, peraltro, si è rimangiato quasi tutte le sue promesse elettorali una volta arrivato al governo) arriverebbe a sostenere le medesime posizioni.
    L'esigenza, a mio avviso, di arrivare ad una maggiore liberalizzazione dell'economia non può giustificare il sostenere una totale assenza di uno Stato per regolare la vita associata, proposta allo stesso tempo irrealizzabile e perniciosa.
    Invito DataDrifter a riflettere: se nel corso della storia millenaria, gli uomini hanno sempre avvertito l'esigenza di essere regolamentati da una struttura di tipo statale, comunque determinata, una ragione ci sarà, no?... ;)
     
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    Per quanto riguarda Milei ho già sottolineato come sia assurdo definirlo anarcocapitalista essendo un capo di stato, quindi non lo prendo minimamente in considerazione in una discussione.


    Per quanto riguarda la tua domanda si potrebbe fare la stesa cosa con le guerre; siccome ci sono sempre state inutile provare a fare la pace no?
    Ormai lo statalismo è diventata una religione, solo il pensiero di non avere qualcuno che regola la nostra vita fa paura e urliamo alla distruzione totale, basta guardare quanti nostalgici del ventennio vi siano.
     
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24 replies since 12/4/2024, 08:37   462 views
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