La Terza Guerra Mondiale ibrida

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    Che piaccia o non piaccia, siamo in Guerra: una guerra ibrida, combattuta con armi medievali (Gaza), con i mezzi della Prima Guerra Mondiale (trincee e campi minati in Ucraina), con tecnologia sofisticate da XXI secolo (droni, satelliti) e, soprattutto, in modo virtuale su Internet ovunque nel mondo (disinformazione, fake news, troll propagandistici russi e non solo).
    La Terza Guerra Mondiale ibrida è cominciata in modo esplicito nel febbraio del 2022 con l'invasione dell'Ucraina, ma in realtà i prodromi risalgono molto indietro nel tempo... Con un punto di svolta nel 2000, allorché la sciagurata entrata della Cina nel WTO ha dato il via al processo chiamato "globalizzazione": un massiccio trasferimento di ricchezza e di risorse da quello che un tempo era il cosiddetto "Primo Mondo" (USA, Europa Occidentale, Giappone, Australia) a quello che, in buona parte ancora può essere definito, Terzo Mondo.
    È stato un processo sicuramente positivo per centinaia di milioni di cinesi, indiani e cittadini di altri Paesi, che sono usciti da una condizione di povertà estrema, ma, altrettanto sicuramente, nettamente negativo per i cittadini occidentali: che hanno perso ricchezza, lavoro e ruolo nel mondo, con conseguente dilagare della rabbia sociale e del malcontento, che hanno minato alla base le nostre Società.
    I nuovi rapporti di forza in campo economico non potevano, alla lunga, non trasmettersi anche in campo politico/militare, con i "nuovi" Paesi beneficati dalla globalizzazione (i cosiddetti BRICS allargati) che chiedono a gran voce di ribaltare, a loro favore, gli equilibri mondiali basati sul predominio occidentale che risalgono a secoli fa (diciamo dalla scoperta dell'America in poi).
    È una pretesa sicuramente legittima dal loro punto di vista, ma che sarebbe, a mio avviso, disastrosa. Perché questi Paesi non hanno NULLA in comune: non cultura, storia, interessi, costumi, civiltà, niente di niente. Anzi, hanno enormi motivi di contrasto e scontro tra di loro.
    Sono uniti solo dal comune desiderio di scalzare l'Occidente, ed in particolare la sua pietra angolare, gli USA, dal suo ruolo dominante, ma se ci riuscissero, un minuto dopo solo il caos più totale subentrerebbe: il cosiddetto "mondo multipolare" porterebbe, come un parte già sta portando, ad una moltiplicazione dei conflitti, probabilmente sempre meno "ibridi" e sempre più reali e sanguinosi.
    Ma soprattutto, non si capisce perché un Occidentale dovrebbe appoggiare ed essere contento di questa tendenza, visto che, se avesse successo, sarebbe il primo a pagarne le conseguenze: la classica zappa sui piedi.
    O, meglio, lo si potrebbe pure capire il motivo di un tale irragionevole comportamento, ma a tale scopo bisognerebbe abbandonare la politica internazionale per rivolgersi alla psicologia, soprattutto alla psicologia delle masse, onde trovare una chiave di lettura adeguata.
    Magari affronterò il tema più avanti, per adesso ho già scritto troppo.
     
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    Ci sono diversi passaggi che non mi convincono in questa dissertazione, che a mio avviso si pone l'obiettivo troppo ambizioso di spiegare in poche righe le cause di diversi conflitti attualmente in corso.

    1. Non vengono prese adeguatamente in considerazione le ragioni politiche e militari delle guerre. Sembra che la globalizzazione sia la fonte di tutti i mali quando invece nel caso del conflitto tra Russia e Ucraina non si può non identificare nel processo di allargamento della Nato in Europa orientale una delle cause principali.
    2. Si sorvola sulle ragioni locali dei conflitti: dalle ormai lontane origini della guerra israelo-palestinese alle conseguenze del crollo dell'Unione Sovietica.
    3. Il fatto che alcuni Paesi, la Cina su tutti, si siano arricchiti grazie alla globalizzazione è figlio della possibilità che hanno avuto di vendere sempre più massicciamente i loro prodotti in Occidente. I conflitti sono da sempre un freno al commercio mondiale e sono deleteri per un'economia esportatrice come quella cinese. Allo stato attuale la Cina non ha interesse ad alimentare le guerre e, infatti, sta mantenendo una posizione di equilibro e moderazione in tutti gli scenari di crisi. In questo senso la tesi secondo cui la globalizzazione ha favorito Paesi che hanno interesse a fare la guerra all'Occidente appare infondata.
    Come se non bastasse, dei famosi Paesi BRICS l'unico coinvolto nelle guerre in corso è la Russia e per cause che poco hanno a che fare con la globalizzazione.
     
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    CITAZIONE (Oskar @ 21/4/2024, 09:24) 
    Ci sono diversi passaggi che non mi convincono in questa dissertazione, che a mio avviso si pone l'obiettivo troppo ambizioso di spiegare in poche righe le cause di diversi conflitti attualmente in corso.

    Sono in un forum, non potevo certo scrivere un trattato, è inevitabile che abbia dovuto riassumere in poche righe concetti molto complessi che avrebbero meritato ben più ampia trattazione.


    CITAZIONE
    1. Non vengono prese adeguatamente in considerazione le ragioni politiche e militari delle guerre. Sembra che la globalizzazione sia la fonte di tutti i mali quando invece nel caso del conflitto tra Russia e Ucraina non si può non identificare nel processo di allargamento della Nato in Europa orientale una delle cause principali.

    Si continua a raccontare una storia, a mio avviso, assolutamente non vera: la NATO non si è "allargata" manu militari, non ha acquisito nuovi territori invadendoli coi carri armati: ha solo raccolto l'adesione VOLONTARIA ed, eventualmente, reversibile da parte di Paesi DEMOCRATICAMENTE eletti. Paesi vicini o, addirittura, confinanti con la Russia che, a ragione come si sta vedendo adesso, ne hanno secolare paura e cercavano nella NATO difesa e protezione. Dovevano forse essere respinti e puniti per aver avuto la sfortuna storica di essere vicini di un Paese aggressivo e violento, che ha fatto della sopraffazione sugli altri Paesi dell'area una ragione di vita e l'obiettivo di sempre della propria politica estera?


    CITAZIONE
    2. Si sorvola sulle ragioni locali dei conflitti: dalle ormai lontane origini della guerra israelo-palestinese alle conseguenze del crollo dell'Unione Sovietica.

    Le ragioni locali sono ovviamente validissime, ma è l'esplosione SIMULTANEA di un numero impressionante di crisi/guerre che, a mio avviso, non è affatto casuale, ma figlia di un lungo processo che dalla globalizzazione (a sua volta, ovviamente, causata dal crollo dell'Unione Sovietica) trae le sue origini.

    CITAZIONE
    3. Il fatto che alcuni Paesi, la Cina su tutti, si siano arricchiti grazie alla globalizzazione è figlio della possibilità che hanno avuto di vendere sempre più massicciamente i loro prodotti in Occidente. I conflitti sono da sempre un freno al commercio mondiale e sono deleteri per un'economia esportatrice come quella cinese. Allo stato attuale la Cina non ha interesse ad alimentare le guerre e, infatti, sta mantenendo una posizione di equilibro e moderazione in tutti gli scenari di crisi. In questo senso la tesi secondo cui la globalizzazione ha favorito Paesi che hanno interesse a fare la guerra all'Occidente appare infondata.
    Come se non bastasse, dei famosi Paesi BRICS l'unico coinvolto nelle guerre in corso è la Russia e per cause che poco hanno a che fare con la globalizzazione.

    La Cina, è vero, non ha interesse a "fare la guerra all'Occidente" (al momento, solo al momento... ), ma ha tutto l'interesse a tenerlo sotto costante pressione, ad impedirlgli di esercitare il suo tradizionale ruolo di "dominus" della politica internazionale globale.
    Interesse diretto, a breve/media scadenza (l'annessione di Taiwan e delle sue tecnologie, soprattutto nel campo dei micro-chip, che ne farebbero leader economico mondiale indiscusso) ed interesse a più lunga scadenza (sovvertimento dell'ordine mondiale "tradizionale" e sostituzione dello stesso con un "ordine Cino-centrico").
     
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    Sull'opportunità o meno dell'allargamento a Est della NATO, che nessuno ha sostenuto sia stato condotto manu militari, abbiamo ovviamente opinioni diverse. A mio avviso ci sono ragioni politiche che avrebbero dovuto invitare i Paesi dell'Alleanza Atlantica a non inglobare Stati da sempre vicini alla Russia per evitare di creare contrapposizioni pericolose.


    CITAZIONE
    Le ragioni locali sono ovviamente validissime, ma è l'esplosione SIMULTANEA di un numero impressionante di crisi/guerre che, a mio avviso, non è affatto casuale, ma figlia di un lungo processo che dalla globalizzazione (a sua volta, ovviamente, causata dal crollo dell'Unione Sovietica) trae le sue origini.

    Ne siamo sicuri? La storia del secondo dopoguerra racconta una realtà diversa.
    Ti invito a consultare questa lista delle guerre che hanno avuto luogo tra il 1945 e il 1989 e a osservare quante ce ne sono state in contemporanea e quante hanno coinvolto Israele e l'Unione Sovietica.
     
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    CITAZIONE (Oskar @ 28/4/2024, 12:09) 
    Sull'opportunità o meno dell'allargamento a Est della NATO, che nessuno ha sostenuto sia stato condotto manu militari, abbiamo ovviamente opinioni diverse. A mio avviso ci sono ragioni politiche che avrebbero dovuto invitare i Paesi dell'Alleanza Atlantica a non inglobare Stati da sempre vicini alla Russia per evitare di creare contrapposizioni pericolose.

    Quindi, fammi capire: i Paesi dell'Alleanza Atlantica avrebbero dovuto fare orecchie da mercante di fronte al grido d'aiuto di Paesi come la Polonia ed i Paesi baltici, che sapevano perfettamente il percolo mortale che correvano di fronte alle mire espansionistiche russe.
    Pericoli concretissimi come la vicenda Ucraina ha dimostrato.
    Mi spiace ma proprio no, non ci siamo!
     
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    Diciamo che sarebbe stato opportuno discutere caso per caso, senza dare alla Russia l'impressione di un progressivo accerchiamento.
     
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    CITAZIONE (Oskar @ 30/4/2024, 18:47) 
    Diciamo che sarebbe stato opportuno discutere caso per caso, senza dare alla Russia l'impressione di un progressivo accerchiamento.

    Diciamo che se la Russia imparasse a convivere in pace coi suoi vicini senza tentare di invaderli un decennio sì e l'altro pure, forse questa sua ossessione per l'accerchiamento non avrebbe avuto ragione di essere.
    I Paesi dell'Europa dell'Est che sono entrati nella NATO cercavano solo protezione contro l'aggressività russa, non avevano certo alcuna intenzione (e nessun interesse) di essere loro ad aggredirla.
    Da secoli la Russia è periodicamente in guerra coi suoi vicini, ed è cronicamente incapace di concepire la convivenza pacifica: questa è la radice di tutti i mali.
     
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