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Oskar
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Ci sono diversi passaggi che non mi convincono in questa dissertazione, che a mio avviso si pone l'obiettivo troppo ambizioso di spiegare in poche righe le cause di diversi conflitti attualmente in corso.
1. Non vengono prese adeguatamente in considerazione le ragioni politiche e militari delle guerre. Sembra che la globalizzazione sia la fonte di tutti i mali quando invece nel caso del conflitto tra Russia e Ucraina non si può non identificare nel processo di allargamento della Nato in Europa orientale una delle cause principali. 2. Si sorvola sulle ragioni locali dei conflitti: dalle ormai lontane origini della guerra israelo-palestinese alle conseguenze del crollo dell'Unione Sovietica. 3. Il fatto che alcuni Paesi, la Cina su tutti, si siano arricchiti grazie alla globalizzazione è figlio della possibilità che hanno avuto di vendere sempre più massicciamente i loro prodotti in Occidente. I conflitti sono da sempre un freno al commercio mondiale e sono deleteri per un'economia esportatrice come quella cinese. Allo stato attuale la Cina non ha interesse ad alimentare le guerre e, infatti, sta mantenendo una posizione di equilibro e moderazione in tutti gli scenari di crisi. In questo senso la tesi secondo cui la globalizzazione ha favorito Paesi che hanno interesse a fare la guerra all'Occidente appare infondata. Come se non bastasse, dei famosi Paesi BRICS l'unico coinvolto nelle guerre in corso è la Russia e per cause che poco hanno a che fare con la globalizzazione.
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