La Seconda Guerra Punica

218-202 a.C.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Cornelio Scipione.
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    L'espansione Cartaginese e quella contrapposta dei Romani portarono alla necessità da parte delle 2 super-potenze mediterranee alla stipulazione del trattato dell'Ebro(226 a.C).Questa trattato stabiliva k i Cartaginesi non potevano superare questo fiume.
    Ma nel 219 a.C. Annibale attacco la città di Sagunto k ai trovava all interno della sfera di influenza Cartaginese e quindi non al di la dell'Ebro,ma Cartagine con questo gesto , fece un vero e proprio affronto a Roma xk questa città Hispanica era alleata di Roma(Sagunto era all interno del territorio cartaginese ma era come un isola indipendente nel potere Punico).Da qui scoppio un altra guerra, la Seconda guerra Punica appunto, k durò ben 16 anni.le fonti k abbiamo sono solo quelle Romane...e Roma cerca di far passare Cartagine come l aggressore e Roma la vittima...ma è facile intuire k la realtà è k entrambe cercavano un pretesto x tornare allo scontro.Anche se Cartagine aveva piu pretesti dovuti all umiliante fine k aveva fatto alla fine della prima guerra tra le 2 super-potenze.
    Annibale presa Sagunto arrivò rapidamente nella Gallia Narbonese dove sconfisse i Celti k li avevano aggrediti (parte dei celti li comprò x combattere al suo fianco contro Roma) e nella Gallia Cisalpina....ebbe molte difficoltà a passare tra le Alpi soprattutto xk il suo esercito era molto vasto e non erano compresi solo fanti e cavalieri, ma aveva anke gli elefanti da guerra k furono questi ultimi coloro k ebbero piu difficoltà a passare nella neve delle alte montagne alpine.Dopo 15 giorni x attraversare le Alpi, Annibale sconfisse a Ticino in breve tempo il primo esercito Romano k gli era andato contro.Non perse tempo Annibale e assediò l città-colonie Romane di Cremona e Piacenza e poi scese direttamente nel sud d'Italia.Qui cercò di riorganizzare l esercito k non era molto abile nell assedio di città grandi e ben difese come Roma...cosi aspettò k arrivassero nuove armi, vettovaglie e viveri dalla sua madre-patria...nel frattempo Roma non era rimasta a guardare ma aveva organizzato una missione in Spagna...dove in breve tempo distrusse tutte le truppe Cartaginesi presenti nella penisola Hispanica.Un'altra abile mossa dei Romani fu quella di attuare la strategia del disturbo negli accampamenti militari di Annibale nel meridione; lo scopo non era quello di distruggerli ma semplicemente di dargli fastidio e indebolirli piano piano e a piccole dosi.Roma aveva pensato anke ad un altramossa strategica contro i cartaginesi..ovvero quella di distruggere tutte le navi da trasporto k dovevano rifornire Annibale di armi , viveri e vettovaglie..in questo modo Annibale non ebbe una vita facile xk non potè rinnovare l esercito e rimetterlo a nuovo con nuovi indumenti e armi soprattutto.
    Nonostante tutte queste strategie, Annibale restava comunque un abilissimo generale, era un genio delle strategie militari e infatti riuscì a sconfiggere i Romani piu volte in particolare a Canne in cui attuò una nuova tattita, la tattica a cuneo da lui inventata k consisteva nel far avanzare il nemico facendogli credere k stesse vincendo..ma nel frattempo le sue truppe circondarono i soldati Romani e annientarli a quel punto era un gioco da ragazzi.
    Ma quando i Romani, sotto la guida di Cornelio Scipione l'Africano(da non confondersi con me) , riuscirono a portare la guerra in casa cartaginese..ovvero nella attuale Tunisia, x l esattezza a Zama(stiamo nel 202 a.C)...Annibale adottò la stessa tattica k lo aveva reso vincente in Italia, la tattica a cuneo...ma l abile generale romano prevedendo le mosse di Annibale non cascò nella trappola...e anzi allungò il piu possibile il suo skieramento in modo da non farsi circondare...e questa mossa portò alla vittoria Romana definitiva k sconfisse i cartaginesi anke grazie alla voglia di rivendicazione dei veterani rimasti della guerra di Canne .
    I Punici vennero massacrati a decine di migliaia e dovettero accettare una pace costosa e umiliante.
    Annibale perse xk mentre stava in Italia, aveva atteso troppo le sue mosse, se l era presa comoda xk non pensava k i Romani riuscirono ad arrulare in pokissimo tempo un cosi vasto esercito a tal punto da distruggere il suo.Roma potè fare questo xk le sue provincie erano molto popolose.
    Annibale lasciò in Italia meridionale spopolamento . Il tutto fu in parte risolto, quando Roma assegnò i territori del sud d'Italia ai veterani della battaglia di Zama e alle loro famiglie.Il tutto fu possibile xk Roma confiscò i territori agli alleati k si erano skierati con Annibale contro Roma...liberando cosi molto ager publicus da assegnare appunto come ricompensa ai soldati di Cornelio Scipione l'Africano.

    FONTI : dai miei appunti presi alle lezioni di Storia Romana all univerità e dallo studio del libro : INTRODUZIONE ALLA STORIA DI ROMA di Emilio Gabba,Daniele Foraboschi,Dario Mantovani,Elio Lo Cascio(mio professore),Lucio Troiani.
     
    Top
    .
  2. tromo.av
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Direi che la storia di Annibale qua è decisamente ridotta ad un capriccio di un pazzo..
    Invece, proprio per la sua grande capacità tattica riuscì a mettere in scacco per almeno 10 anni la Repubblica Romana. Innanzitutto, i Celti non li prese su per strada. Nella Gallia Cisalpina vi fu solo una tribù che non si alleò con Annibale, i Taurisci (fondatori di Torino), che videro la loro capitale distrutta dall'esercito cartaginese. I popoli celtici della Cisalpina invece, come i Boi, gli Insubri e i Lingoni, si allearono a lui.
    Quella che viene definita come la battaglia del Ticino è in realtà una delle battaglie minori, in quanto fu in realtà una scaramuccia fra cavallerie. In questa scaramuccia però rischiò di rimanere ucciso il padre di Scipione.
    A seguito di questa prima vittoria, Annibale si spostò a sud, dove incontrò l'esercito romano condotto dai due consoli in persona. Scipione e Sempronio. Mentre il primo chiese al suo collega di non attaccare subito Annibale, il secondo, grazie anche alla convalescenza di Scipione a seguito delle ferite riportate, attaccò il Cartaginese. Il tutto si verificò sulle rive del fiume Trebbia, nei pressi di Piacenza.
    Questa battaglia fu una disfatta per i Romani, in quanto vennero dapprima provocati dai cavalieri Numidi di Annibale mentre si stavano svegliando, poi vennero portati all'attacco prima ancora di fare colazione. Questo particolare si ingigantisce se si pensa che i legionari dovettero attraversare il fiume in pieno inverno. Oltre a questo, si aggiunse un altro problema. Nottetempo Annibale nascose una parte del suo esercito (comandato da Magone) dietro un canneto, che era posto dietro al luogo in cui si andarono a schierare i Romani. E' facile capire poi come la vittoria arrise ai punici.
    Dopo questa battaglia, Annibale svernò al nord.
    All'inizio della primavera, decise di andare verso sud, passando per la palude che si trovava nei pressi di Pistoia. A seguito di questa traversata rimase cieco da un occhio.
    La traversata la fece per evitare le due roccaforti romane che tenevano ben controllate le strade che portavano fino a Roma dalla Cisalpina, cioè Ariminum ed Arretium.
    Visto il passaggio dei Romani, i due consoli si gettarono al suo inseguimento, ma il primo di loro, Flaminio, incorse in un'imboscata che gli costò la vita. Era il 217 a.C. quando il Trasimeno venne sporcato dal sangue dei Romani che si trovarono imbottigliati tra lago e nemici. Anche in questo caso, i Cartaginesi riuscirono ad imboscarsi prima della battaglia e quando l'esercito romano sfilò nella strada posta tra foresta e lago, i punici li attaccarono.
    A seguito di questo fatto si aggiunse che il reparto di cavalleria inviato dal console Gemino, mandato avanti per portare la notizia dell'arrivo del collega a Flaminio, venne distrutto dai Cartaginesi che stavano ripartendo.
    La paura si sparse allora nell'Urbe in quanto si sapeva che Annibale aveva sconfitto nuovamente i Romani e che si stava portando ancora verso sud, con ogni probabilità verso Roma. La cosa invece non accadde, anche perchè Annibale non la voleva. Egli non voleva la distruzione di Roma, ma la sua sconfitta a seguito della defezione degli alleati che componevano la struttura statale romana. Venne eletto allora un dictator, Quinto Fabio Massimo detto il Verrucoso. La sua politica era quella di non attaccare direttamente Annibale, ma di logorarne l'esercito con azioni rapide e di breve durata, braccandolo sempre da vicino senza mai accettare lo scontro. Fu grazie a questo che per poco Roma non si trovò a vincere la guerra contro Annibale. Durante le sue peripezie nel meridione infatti, Annibale venne portato da una sua guida che male aveva interpretato la volontà del suo duce, nella regione dei Campi Flegrei. Si venne allora a trovare bloccato in una zona con due sole uscite, poste in altura e controllate dai romani. Fu allora che diede prova anche del suo genio nei "trucchi". Durante la notte prese un migliaio di buoi, attaccandogli una torcia sulla groppa e mandandoli verso i Romani, in una sola delle due uscite. I Romani, nel vedere che le torce si dirigevano verso una delle due uscite, si portarono tutti lì, lasciando sguarnita l'altra uscita. Questo permise ad Annibale di uscire dalla trappola mentre lasciò ai Romani un pugno di buoi.
    Dopo questa presa in giro, i Romani decisero nuovamente di attaccare Annibale in forze. diedero 8 legioni ai due consoli con il compito di annientare Annibale.
    Lo scontro si ebbe a Canne.
    I romani, forti di almeno 80.000 uomini, si portarono all'attacco dei Cartaginesi che li fronteggiarono con 46.000 uomini circa, ma con un maggior numero di cavalieri.
    Questa superiorità nella cavalleria fu determinante, perchè portò a sguarnire i fianchi dei Romani che nel frattempo spingevano con forza verso il centro dello schieramento punico, formato inizialmente a forma di mezza luna con la pancia rivolta verso il nemico. Col passare dei minuti, lo schieramento punico mutò la sua forma, prima diventando una linea e poi tornando ad essere una mezzaluna, ma con la pancia rivolta in fuori rispetto ai Romani. I fanti libici, che erano i fanti pesanti dei Cartaginesi, si trovarono ad essere posti a fianco dei legionari romani, così con una conversione attaccarono i Romani ai fianchi, mentre la cavalleria li caricava da dietro.
    Secondo le stime più caute, i morti fra i Romani furono almeno 46.500, mentre solo in 15.000 riuscirono a scappare.

    La storia successiva di Annibale in Italia vede la comparsa di nuovi generali romani, puntualmente annientati dal Cartaginese in piccole scaramucce. Questo successe anche al console Marcello, considerato "la Spada di Roma" e a cui Annibale concesse gli onori.
    L'esercito romano si stava frattanto potenziando, soprattutto perchè le adesioni degli italici alla causa cartaginese furono molto limitate. Fu anche per questo che Annibale sottoscrisse un patto di alleanza con Filippo V di Macedonia.
    Questo tuttavia non servì a nulla in quanto il Re non si mosse dalle sue posizioni per paura della flotta romana.
    La restrizione del campo di azione di Annibale, che nel periodo di massimo splendore aveva acquisito anche Capua, Taranto e Siracusa, oltre alle altre ex-colonie greche, sembrò essere sconvolto dall'arrivo di Asdrubale, che però venne sconfitto e ucciso in battaglia dal console Nerone nei pressi del fiume Metauro.
    Il ritorno di Annibale in Africa avvenne a seguito delle sconfitte patite dai Cartaginesi in suolo africano contro Scipione e Massinissa.
    Qui, il Romano, aveva messo a punto una nuova tattica, che prendeva spunto da quella di Annibale ma che prevedeva il solo utilizzo delle fanterie.
    Mentre i cavalieri romani, ora in superiorità numerica, mandavano in rotta quelli punici inseguendoli, la fanteria operava una conversione, così mentre la prima linea degli hastati ingaggiava lo scontro con il nemico, principes e triarii si portavano ai fianchi dello schieramento nemico, imbottigliandolo..

    Al suo arrivo, Annibale si rese conto che non poteva vincere la battaglia. Tentò allora un addescamento, un incontro per fissare con Scipione i termini per una pace senza altro spargimento di sangue. Scipione era però talmente convinto della vittoria che gli impose una pace pesantissima. Annibale decise allora di provare a dare battaglia.
    Studiò attentamente la tattica di Scipione e pensò che in fondo si poteva anche bloccare.
    A Zama, i Cartaginesi di Annibale, per la prima volta in vantaggio numerico nelle fanterie ma in svantaggio nelle cavallerie, si disposero su tre linee. Davanti a tutti vi erano 80 elefanti, poi la linea dei mercenari, molto coraggiosi ma poco ordinati, la seconda linea composta da cittadini cartaginesi, motivati ma non addestrati e infine la linea dei 15.000 Veterani d'Italia.
    Dall'altra parte Scipione rispondeva con un esercito di più di 20.000 uomini, secondo il consueto ordine ma con la disposizione dei manipoli a corridoi, non a scacchiera. Sui fianchi vi era la copertura dei Numidi di Massinissa e dei cavalieri italici di Lelio.
    La prima mossa fu quella di Annibale, con gli elefanti che vennero però fatti sfogare lungo i corridoi senza troppe perdite da parte dei Romani. Di contro Scipione rispose con l'attacco delle cavallerie che mandarono in fuga immediata quelle cartaginesi inseguendole. A seguito di questa prima azione, gli Hastati si portarono sui mercenari, che seguendo gli ordini di Annibale ingaggiarono un breve scontro per poi ripiegare ai fianchi dei Veterani d'Italia. La stessa cosa successe per la seconda linea punica che si pose alle estremità dello schiermento punico. Fu in questo momento che Scipione rischil di perdere la battaglia. mentre infatti gli Hastati si fiondavano contro la prima linea punica, Scipione fece aprire la linea dei Principes e dei Triarii per ripetere la mossa già attuata a Campi Magni. Con sua grande sorpresa si rese conto che l'azione non poteva essere portata a termine perchè facendo l'aggiramento avrebbe preso solo la prima e la seconda linea punica in quanto Annibale aveva lasciato più indietro i suoi Veterani d'Italia. Scipione allora dovette fare un ripiegamento, che costò maggiore sforzo per gli Hastati che si stavano scontrando con l'esercito punico senza la possibilità di essere cambiati dai Principes utilizzando la tattica manipolare, questa possibilità era infatti preclusa dallo schieramento iniziale che non prevedeva la formazione a scacchiera, indispensabile per attuare tale tipo di tattica.
    Altro problema fu quando gli Hastati arrivarono a mandare in fuga anche la seconda linea punica, cercando poi lo sfondamento senza rendersi conto che avrebbero poi dovuto affrontare i Veterani, freschi e pieni nel loro coraggio.
    A quel punto Scipione fece richiamare gli Hastati che ripiegarono andando ai fianchi dell'esercito.
    Il punto cruciale dello scontro è proprio questo.
    Scipione distese il suo esercito per coprire tutto il fronte punico, che lo sovrastava numericamente, sia in larghezza che in profondità, la situazione divenne perciò molto complicata per i Romani.
    Quello che Annibale non aveva tenuto in conto era che quelle legioni erano quelle reclutate dai fuggitivi di Canne. La nuova prospettiva fece crescere nei legionari il furore, un furore scatenato dalla possibilità di perdere ancora una battaglia contro Annibale.
    Da questo momento parte una lotta contro il tempo, che premierà poi la caparbietà di questi legionari con l'aiuto insperato della cavalleria che, stanca di rincorrere le forze montate puniche, ritornò indietro, colpendo la fanteria africana da dietro.
    A quel punto le ali, composte da cittadini e mercenari cedettero e i Veterani d'Italia si trovarono circondati. Nonostante ciò continuarono a combattere fino alla morte.

    Annibale perse le guerra perchè aveva male interpretato la potenza "politica" di Roma. Egli pensava che lo Stato Romano fosse fondato su basi simili a quelle dello Stato Cartaginese, cosa alquanto falsa.
    Questa intuizione diventa ancora più forte se pensiamo che allo sbarco di Scipione in Africa, seguì l'alleanza con Massinissa, un principe numida che cercava di prendere il trono della Numidia ai danni di Siface. Dapprima alleato dei Cartaginesi, Massinissa divenne uno dei maggiori artefici della disfatta punica prima e della distruzione di Cartagine poi.

    Sempre riguardo alla politica possiamo dire che pure qui Cartagine perdette. Se infatti a Roma erano tutti anti cartaginesi, a Cartagine vi erano dei partiti filo romani, che cercavano di togliere il comando alla famiglia dei Barcidi, quella di Annibale.
    Famoso è l'episodio della presentazione nel Senato cartaginese della borsa piena di anelli d'oro strappati agli Equites Romani dopo la battaglia di Canne. Tale aneddoto ci racconta che Annibale mandò un emissario in patria per chiedere aiuto ai suoi compatrioti per continuare la guerra dicendo che aveva già battuto i Romani almeno 4 volte, ma che gli servivano aiuti in denaro e uomini per sconfiggere il nemico. A tale proposta, Annone, rispose che se era riuscito a sconfiggere con tanta facilità i Romani, perchè non continuava a farlo senza rompere le scatole alla patria?
    In ciò si può capire come, Annibale, uno dei geni della manovra avvolgente a livello militare, venne battuto da una manovra avvolgente di stampo politico, combattento frontalmente con i nemici e dietro con gli "amici".
     
    Top
    .
  3. Comneno
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    A proposito di questo tema, volevo segnalarvi un interessante sito da me trovato in modo pressoché casualmente. Tratta proprio della II Guerra Punica analizzando dettagliatamente gli eventi, le tattiche militari, il contesto politico.
    http://poliremi.altervista.org/
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    5,087
    Reputation
    +731

    Status
    Offline
    Ho appena finito "Annibale " di Giovanni Brizzi ( è il padre di Enrico noto , tra l' altro, per "Jack Frusciante è uscito dal gruppo" ), posto qui e non fra le recensioni dei libri perchè credo varrebbe la pena di raccogliere i vari interventi sulla II guerra punica .
    Pur avendo letto vari libri sull' argomento mi hanno colpito due affermazioni di Brizzi storico che per lo meno in una formza così decisa non aveva mai letto

    - la sproporzione delle forze fra Roma e Cartagine era enorme a favore della prima , l'impresa di Annibale non si può giudicare come persa in partenza perchè una qualche speranza di sfasciare il sitema di alleanze fra Roma e i popoli italici ce l' aveva , ma alla fine anche dopo canne il sistema romano tenne, e comunque anche le città che passarono con Annibale (da Capua a le città greche ) non apportarono grandi supporti limitandosi a difendere il proprio territoiro

    - Brizzi presenta Annibale come un esponente della cultura ellennistica che aveva compreso come Roma fosse destinata a soperchiare proprio quella cultura ,sia lui e prima di lui il padre tentarono di gettare le basi in Spagna per uno stato o un semi stato imperniato sulla sacralità del "principe" proprio nella accezione ellenistica. il Barcide tentò di coinvolgere i vari regni ellenistici , dalla Macedonia alla Siria ( quest' ultima come Pergamo durante i qualsi 20 anni durante i quali sovravvisse a Zama , periodo di tempo la cui entità non è sempre avvertita ) perchè si opponessero a Roma, proprio in nome della "superiore"cultura ellenistica.

    Che ne pensate '?

    CITAZIONE (lucrezio52 @ 3/7/2019, 13:20) 
    credo varrebbe la pena di raccogliere i vari interventi sulla II guerra punica .

    penso sopratutto a

    https://storiaepolitica.forumfree.it/?t=48080292

    https://storiaepolitica.forumfree.it/?t=28610867

    anche se non so se è tecnicamewnte possibile
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    10,795
    Reputation
    +16

    Status
    Offline
    L' errore di Annibale, stando almeno ai vari libri che ho letto, è stato quello di non attaccare Roma dopo la battaglia di Cannae... dopo la disfatta i romani erano terrorizzati e per diverso tempo non si pensava neanche di arruolare nuovi eserciti. Vedendo però che il cartaginese non muoveva all' attacco, ripresero coraggio e arruolarono nuove legioni, seppur costretti a ricorrere perfino agli anziani e ai giovani sotto l' età idonea per il servizio. A questo sommiamo le legioni arrivate dall' illiria chiamate in soccorso... in breve Annibale si trova circondato da eserciti romani che gli sbarrano il passo. A ciò, sommiamoci gli ozi di Capua che avevano rammollito i soldati, non erano più la forza decisiva di un tempo ma un esercito di uomini che voleva tornare a casa per godersi il bottino.

    C'è da dire che Roma aveva delle mura solidissime e non facili da espugnare e un assedio prolungato era contro gli interessi del cartaginese. Però avrebbe senza dubbio obbligato i romani a scendere a patti generosi per la resa... che equivaleva praticamente ad una vittoria. Più tardi avrebbe potuto organizzare un secondo esercito, più potente e fornito di macchine da guerra per abbattere definitivamente Roma.
     
    Top
    .
  6.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Amministratore
    Posts
    15,461
    Reputation
    +1,463
    Location
    Verona

    Status
    Offline
    "È ben vero che gli dei non concedono tutte le doti ad una medesima persona. Tu, Annibale, sai vincere, ma non sai fare uso della vittoria"

    Questa è la frase che Polibio immagina che Maarbale, comandante della cavalleria cartaginese, abbia detto ad Annibale di fronte alla scelta del condottiero cartaginese di non attaccare Roma dopo il trionfo di Canne.

    Non sapremo mai con certezza cosa spinse Annibale a non attaccare Roma dopo i successi dei primi anni della sua campagna in Italia. Forse la consapevolezza delle difficoltà connesse all'assedio di una città altamente fortificata; forse espugnare Roma semplicemente non costituiva l'obiettivo strategico che Annibale si era posto all'inizio della sua spedizione. Quello che è certo è che dopo Canne Annibale perse la sua unica vera possibilità di abbattere Roma.
     
    Top
    .
  7.     +1   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    10,795
    Reputation
    +16

    Status
    Offline
    Probabilmente il quadro era più complesso di quello che crediamo noi uomini moderni, con le nostre limitate fonti storiche. C'è da ponderare il fatto che Roma aveva ancora molte città alleate e che non erano disposte a darsi al cartaginese. Annibale si aspettava che una volta giunto in Italia, tutti i popoli si sarebbero sollevati contro Roma e invece trovò che gli erano fedeli... in parte ciò è dovuto al fatto che si era sparsa la voce che il cartaginese fosse un uomo duro e crudele coi vinti. Insomma gli italici non ritenevano necessario sostituire un padrone con un altro più duro e feroce... questa è la mia spiegazione.

    Di qui la scelta di non assediare la capitale, in quanto gli sarebbe costato molto tempo e risorse, e c'era il pericolo che gli alleati accorressero in aiuto.

    Probabilmente ciò non sarebbe successo perchè tutti erano terrorizzati da Annibale dato che aveva distrutto cosi tanti eserciti.

    Senza dubbio è vero che Annibale fece un errore di calcolo, cioè per la troppa prudenza si lasciò sfuggire l' unica occasione buona ( cit. Plutarco ) dato che non ce ne sarebbero state altre. Inoltre i rinforzi promessi da Cartagine arrivarono tardi e in parte catturati dalla flotta romana. Forse Annibale aspettava proprio quelli, prima di iniziare l' assedio... ma ormai era passato il momento propizio.
     
    Top
    .
6 replies since 3/12/2007, 22:30   2199 views
  Share  
.