Storia e Politica

Posts written by LAVORI ARCHEOLOGICI

  1. .
    Quella russo-ucraina è una guerra iniziata e continuata contro di noi.

    Semmai erano gli USA che potevano scegliere se restarne neutrali, noi Europei non avevamo questa possibilità di scelta.

    Non c'è nessuna violazione costituzionale in ciò che abbiamo fatto noi Europei, anzi semmai abbiamo fatto ogni volta troppo poco e troppo tardi (ma la miopia politica non è condannata dalla Costituzione).
  2. .
    No.

    Sono discorsi pratici. E' incredibile che tu non lo capisca.

    E' anche leggendo quello che utenti "normali" scrivono su strumenti web come questo che la Confederazione Russa si fa una idea di quanto possa tirare la corda (e quanto e se siano ascoltati gli allarmi lanciati da Macron, non importa se ci sia simpatico o meno).

    Io credo che nelle nostre discussioni sia legittimo praticamente di tutto, ma che sia stoltezza sostituire la più o meno rassegnazione oppure al contrario cocciuta avversione per la guerra con la pericolosa alzata di spalle come dire "tanto non mi riguarda, prima o poi ci sarà un negoziato".
    A parte che ci riguarda eccome (e molto di più di quanto tu sembri credere), ma in ogni caso l'idea che la guerra nucleare sia uno spauracchio detestato ma lontano è esattamente ciò che gli analisti russi gongolano di poter riferire ai propri boss.
  3. .
    Sciocchi.

    La guera c'è già: siete voi che come i bambini piccoli chiudete gli occhi illudendovi che ciò che non vedete non esista.

    Più mostreremo (anche sul web e sui mezzi d'informazione) di temerla e più essa ci farà male.
  4. .
    E' proprio per questo che, ora che il punto di equilibrio è abbondantemente superato e le possibilità di tornare allo status quo ante del tutto irrealistiche, non bisogna avere la benché minima esitazione nel colpirli (in economia, come nelle relazioni diplomatiche e soprattutto sul campo) e poi colpirli di nuovo e ancora e ancora fintanto che non saranno più in grado di reagire.
    E' ovvio che già al punto in cui siamo ora la "Prima Guerra d'Indipendenza Europea" (e non saranno di certo gli USA che non l'hanno minimamente voluta ad offrirsi spontaneamente di combatterla per noi) è già iniziata e il conflitto nucleare da mettere rassegnatamente nel conto (tenendo presente che l'unico accorgimento perché non si verifichi è mostrare sui mezzi di comunicazione e sul web di non averne troppa paura).
  5. .
    Secondo me è invece un drammatico errore, perché in definitiva fa dilagare la sciocca idea che il fascismo è biondo e tutto sommato oggi non fa più male a nessuno.

    Soprattutto è un errore quando a comunicare in questo infausto modo sono le medesime forze parlamentari che, per esempio in materia di relazioni sindacali o innovazioni normative professionali, hanno negli anni recenti intrapreso una strada in discesa drammaticamente corporativista (e modalità di gestione interna dell'autogoverno inqualificabili).

    Il resto sono magagne che qualsiasi destra (liberisti compresi) all'occasione porterebbe; per la massima parte di esse è del tutto inutile scomodare il ventennio.
  6. .
    Nel frattempo sono già intervenuti (nella scorsa Legislatura) altri modi per ottenere il risultato -gradito a molti partiti politici attuali e gruppi d'opinione vari- di snaturare il senso della Costituzione (a partire da considerazioni di carattere identitario sull'operazione condotta riguardo alla modifica dell'Art.9).

    Il testo al quale io mi considero vincolato da giuramento prestato tanti anni fa ha ormai veramente poco a che vedere con quello vigente.
  7. .
    Personalmente credo che tanto nel presente quanto nella storia delle sue origini questa "lentezza" o per meglio dire la sistematica presenza per ogni potere di un altro potere che può rallentarlo, controllarlo meticolosamente, persino fermarlo, sia esattamente il tratto distintivo della nostra Costituzione. Che sia in definitiva il senso profondo di quel patto repubblicano fra tendenze ideologicamente diversissime per collaborare fra di loro (e collaborare persino con coloro che erano stati fascisti) sulla base di una con ciò evidente garanzia che d'ora in poi il nuovo sistema istituzionale fosse in grado di far sì che non ci sarebbe stata più nessuna dittatura di nessun colore, nemmeno quella della maggioranza.

    Al netto della famosa norma finale (ma che secondo me non per caso è veramente solo una norma finale e non un altisonante articolo della Parte Prima) questa caratteristica profonda è l'unica e vera dichiarazione di antifascismo (e però sotto sotto anche di anticomunismo) insita nella Costituzione.
  8. .
    CITAZIONE (Salvo49 @ 27/4/2024, 16:19) 
    . . .
    In altre parole, l'Occidente ha il diritto di sequestrare gli asset russi, meditando di appropriarsi degli interessi, mentre la Russia non ha il diritto di nazionalizzare temporaneamente Ariston e Bosch.

    Siamo seri: perché mai dovremmo riconoscere al nemico un qualsivoglia diritto? Per buonismo? Per una visione assurdamente cavalleresca del conflitto?

    Contestare oggi le loro nazionalizzazioni significa costruire in sede internazionale il presupposto per domani -a guerra vinta- pretendere anche noi delle riparazioni o compensazioni o risarcimenti. E' un cinico pretesto? Ben venga.
  9. .
    Mi pare che così siamo tornati all'assurdo modo da anni Settanta di agitarsi nel panorama politico italiano cucendo addosso agli altri i propri stereotipi mentali per giusitificare conclusioni aprioristicamente predefinite, senza nessuna non dico capacità ma nemmeno voglia di analisi.

    L'altra volta questo identico approccio è stato controproducente, non vedo come si possa sperare che ora possa essere meglio.
  10. .
    CITAZIONE (Salvo49 @ 24/4/2024, 22:18) 
    Un altro segno del carattere fascistoide . . .

    Non capisco perché "fascistoide".
    Rendere difficile l'accesso a forme legali di interruzione della gravidanza è una (ottusa e a lungo andare politicamente svantaggiosa, a mio parere) tendenza comune in una lunghissima serie di destre di ogni forma, connotazione e varietà in giro per l'Occidente.

    Cosa c'entra in questo caso il richiamo espressamente al fascismo?
  11. .
    Tengo a precisare che quello a quale mi riferisco io è diritto costituzionale italiano.

    E' appena possibile che tu abbia in mente la situazione relativa ad altri Paesi.

    In Italia accordi internazionali, presi con i crismi di una procedura costituzionalmente valida, una volta ratificati prevalgono sul testo stesso della Costituzione (anche proprio in termini di limitazione della sovranità): con accordi internazionali si possono anteporre alla Costituzione le norme UE, per esempio, si possono istituire meccanismi automatici nella difesa entro sistemi di alleanze, magari in ambito NATO (senza dover poi ulteriormente passare dal Parlamento per attivarli effettivamente in caso d'emergenza), ma si può arrivare persino a ritagliare nel territorio della Repubblica aree di extraterritorialità nella quali Costituzione e Leggi sono superate dall'accordo specifico, come avviene in taluni (non tutti) i casi di basi militari alleate o parti di esse (in quest'ultima circostanza mi è capitato di incappare anche professionalmente).

    Ci sono ovviamente dei passaggi specifici di ratifica per ottenere ciò e alla fine dell'iter serve la firma del Presidente della Repubblica, se non c'è stata una differente delega parlamentare, comunque non sono cose che si fanno di nascosto dalla sera alla mattina, ovviamente.

    Anche in molti altri Paesi occidentali è più o meno così, ma effettivamente non in tutti, che io sappia.
  12. .
    Per provare a capire fuori dagli stereotipi cosa c'è che non va nella narrazione scolastica del 25 aprile, mi piacerebbe un giorno o l'altro (ma se qualcuno volesse farlo per me citando qualche fonte gliene sarei più che grato) approfondire su quali tematiche e su quali esigenze pratiche si ruppe sin dal I Congresso Nazionale ANPI del '47 l'unità delle organizzazioni ex combattentistiche partigiane con l'uscita (a quanto narratomi sbattendo metaforicamente la porta) da parte di quella storicamente e militarmente forse più importante, costituita dalle emanazioni del Partito d'Azione (al netto delle formazioni antifasciste di stretta osservanza PRI che ad ANPI, in quanto esito del CLN, mi risulta non avessero aderito, sulla base della propria pregiudiziale antimonarchica).

    Questo per dire che la perdita di un credibile filo di continuità nella narrazione e nella percezione identitaria resistenziale è in realtà precocissima. Avvenuta prima ancora che fosse stata inventata (o re-inventata) per il largo pubblico la canzonetta "Bella Ciao".
  13. .
    Fino ad una ventina d'anni fa avrei sostanzialmente concordato con la rappresentazione proposta.

    Mi ha sempre colpito la continuità giuridica di una quantità di norme e di svariati interi Codici (non affatto solo quello penale, come è stato osservato sui giornali di questi giorni, anzi quello penale forse persino meno di altri, per non parlare del corpo delle norme sui Beni Culturali ed Ambientali, fino alla istituzione di aspetti assai strategici del nostro sistema previdenziale) che anche quando non ideologicamente fascisti erano però indubbiamente stati emanati da istituzioni di nome e di fatto pienamente fasciste (si pensi in particolare al ruolo della Camera dei fasci e delle corporazioni nella stesura del vigente Codice Cvile).

    Però da quando ho completo accesso all'archivio di famiglia (con importanti documenti riguardanti la "vita vissuta" del riordino del Ministero dell'Interno, epurazioni etc. già in epoca di progressivo avanzamento del fronte e in quella di ripristino degli uffici dopo l'uscita di scena dei Cobelligeranti) mi sto facendo una idea diversa.

    In fondo se fra 1943 e 1948 rimangono svariate "macchie" di fascismo nelle nostre istituzioni è perché in Italia la partita grossa, quella veramente importante e decisiva, non fu tanto la sconfitta meticolosa di ogni traccia del deposto regime quanto l'estromissione totale della monarchia.

    Il bagno di repubblicanesimo che lavò le nostre istituzioni in quegli anni fu così notevole e prioritario (anche in alcuni settori delle Forze Armate, tanto per fare un altro esempio) da tollerare talora continuità di procedure o di personalità minori originariamente fasciste, anche considerato che nell'ultima propria fase il fascismo fu ideologicamente antimonarchico.

    Due battaglie che probabilmente non potevano essere combattute fino in fondo contemporaneamente dalla giovane democrazia e che ad ogni modo senz'altro non lo furono.

    Del resto è cosa evidente che al Referendum del Due Giugno l'esito non sarebbe potuto essere quello che è stato se -soprattutto al Nord- gli ex fascisti non avessero votato compattamente contro i Savoia.

    In qualche caso le magagne riemersero poi negli anni Settanta -ad un passaggio generazionale più o meno coevo con quello di altri Paesi d'Europa- con l'apertura degli Anni di Piombo.
  14. .
    A me non pare che voi poniate davvero la questione in questi termini (che a me parrebbero pienamente legittimi, anzi sempre doverosi, con possibili risposte di volta in volta differenti, e coerenti con i presupposti culturali che dovrebbero essere nostri, del laico come del variamente credente).

    A me pare invece che per finta voi poniate sul medesimo livello i termini di un doloroso dilemma fra uccidere ed essere uccisi, ma lo facciate con toni che disvelano il vero intento di subdolamente insinuare l'idea che debba essere ovvio preferire una situazione di deresponsabilizzata non-violenza, nella quale ciascuno mentre sta attaccato agli egoistici affari personali si bea del proprio "not in my name" proprio per sottrarsi ad una "decisione irrevocabile" (hoops!)

    Ebbene, questo come posizione che vesisse assunta a priori lo considero pacifismo, che ho già in questa e tante altre discussioni su questo Forum additato -distinguendolo dalla pacificità- come il peggiore e più criminogeno dei mali del Novecento (perché manda a carte quarantotto l'unico vero antidoto che abbiamo per impedire le guerre, cioè la deterrenza armata sbandierata dalle piazze, dalla stampa e oggi dal web prima ancora che dalla pur necessaria diplomazia).
  15. .
    Ma poi questo ritorno così insistente nelle nostre discussioni di riferimenti -con evidentissima connotazione di paura- verso la morte individuale non dovrebbe essere parte della nostra cultura europea (nè di quella laica dalle radici classiche, né di quella di chi crede): si vive allo scopo di fare qualcosa di buono per la Collettività alla quale si appartiene, con spirito di servizio e in nome di ideali che si abbracciano in una prospettiva di durata maggiore di quella personale, non per cercare di sgavagnarsela trascinandosi pur che sia più a lungo possibile.

    Ci vedo un colpo di coda del materialismo socialista -che pensavo sconfitto- e dell'individualismo egoista da pubblicità televisiva, trascinato dalla vuotezza di riferimenti valoriali ideali.
4768 replies since 4/6/2013
.