Storia e Politica

Posts written by virelle

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    Di " bello", nella visione a mio parere edulcorata di DataDrifter, c'è ben poco. Trovo condivisibile, ripeto, la posizione anarchica sull' "usurpazione" del primo termine e ritengo questa presunta libertà illimitata una sorta di feticcio, vantaggioso per pochi e foriero ulteriori disuguaglianze.
    Anche perché -la storia induce quanto meno a riflettere- i pochi precedenti sono tutt'altro che rassicuranti: www.futuroprossimo.it/2023/12/il-m...tro-da-evitare/
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    Avrei dovuto riconoscere il tuo avatar, DataDrifter, ma sono parecchio distratta. Il lemma di wiki (www.anarcopedia.org/index.php/Anarco-capitalismo) è abbastanza articolato, mi risparmio la fatica di un lungo post. Molto in sintesi, pur non essendo anarchica, ho per l'anarchismo la considerazione che merita una "nobile" utopia. Nello specifico condivido la tesi per cui
    CITAZIONE
    ...tutti gli anarchici collocano l'anarco-capitalismo a al di fuori dell'anarchismo, ritenendo che il termine “anarco” accostato a capitalismo, perda il suo significato reale divenendo un sinonimo di individualismo egoistico (...) esso é solo l'estremizzazione dell'individualismo liberale e nulla ha a che vedere con l'anarco-individualismo, di cui al limite è una degenerazione.

    Infatti, tanto per citare le discrepanze più vistose, l'anarco-capitalismo elimina sì lo stato tradizionale, ma ne crea di fatto uno privato e gerarchico a difesa della proprietà privata, ritiene fondamentale il profitto e il suo estremizzato liberismo economico accentua le disuguaglianze invece di ridurle.

    Tornando al "mercato nero", poiché non siamo ai tempi del protezionismo e il modello anarco-capitalista non è (per fortuna) attuato, praticarlo quale
    CITAZIONE
    unica via d'uscita per coloro che cercano di soddisfare i loro bisogni o di proteggere il proprio patrimonio in un ambiente di restrizioni oppressive.

    direi che costituisce semplicemente un reato...
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    Immagino ti riferisca all'economia anarchica. Non le rendi un buon servizio, a partire da titolo, né il discorso successivo riesce a configurarla per come dovrebbe funzionare in quel modello utopico. Dove, tutto fondandosi sull'auto- organizzazione, il "mercato nero" non avrebbe senso. Presentarlo invece come un tentativo del "produttore" di resistere all'ambiente ostile sottraendosi alle norme cui gli altri sono soggetti, gli mantiene il suo carattere illegale.
    In buona parte dei paesi attuali, dominati dal mercato globale, la libertà di impresa ha infatti prodotto disuguaglianza e povertà: la tua difesa di chi scavalca le restrizioni produce quindi un effetto sgradevole.
    L'economia anarchica ha la sua storia, articolazioni e correnti, alcune interessanti (come l'economia del dono delle pensatrici femministe) su cui si potrebbe discutere.
    Il lemma di wiki ne dà comunque un'idea: https://it.wikipedia.org/wiki/Economia_anarchica
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    guido arci camalli L'ultimo intervento va già meglio! Al post "didattico" mi sono decisa (malvolentieri!) dopo il tuo precedente, tutto puntini e frasi tronche.
    Sono una democratica convinta e, comunque, l'orientamento politico non c'entra nulla con le regole della lingua, tanto meno per comunicare in un forum.
    La "creatività" in questi luoghi di discussione e confronto consiste nel proporre idee, opinioni, argomenti nuovi e interessanti.
    Nella scrittura letteraria (come nella pittura: Picasso, Dalì e altri) esiste magari qualche innovatore "grafico" (altra cosa lessico e fraseggio), ma credo sia davvero raro.
    Lettrice onnivora, mi viene in mente solo Saramago, che ha scritto alcuni testi trascurando di proposito le consuetudini. Mancano a capo, punteggiatura, virgolette/trattini per i dialoghi ecc. È uno dei miei autori preferiti, di cui conosco quasi tutto: non ritengo che questi "vezzi" li abbiano migliorati. A ogni modo, non li usava in articoli, saggi e simili.
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    Nei siti del CSM figurano i vari provvedimenti. Questo (www.csm.it/web/csm-internet/giuris...e/provvedimenti), cui ho dato un'occhiata (sono di fretta) consta di 48 pagine - dal 2023 al '15- e ciascuna ne ospita 20. I precedenti saranno collocati in raccolte simili...
    Un terzo di presenze politiche nel CSM mi sembra sufficiente; entrando nel merito da competenti, credo si possano prevedere innovazioni "tecniche" volte a migliorare l'efficienza e, qualora insoddisfacente, la trasparenza del potere giudiziario.
    Ma va esclusa ogni ingerenza/controllo dell'esecutivo, storicamente collegati alle dittature e oggi riconoscibili in alcune "democrature".
    Lo stesso ministro Nordio, gli va riconosciuto, non manca di ribadire il giusto principio.
    CITAZIONE
    “Nessuno ha mai pensato né penserà mai che vi possa essere un domani una soggezione della magistratura, sia giudicante che requirente, al potere esecutivo né di qualsiasi altra forma di controllo estranea alla indipendenza della magistratura”.
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    Ti invito anch'io al rispetto delle regole sintattiche e grammaticali. Nello specifico:
    - I puntini sospensivi ( di norma tre) si usano, abbastanza di rado, per creare un senso di attesa, introdurre una reticenza o un’allusione, o lasciare sottintesa una parte del significato.(Treccani) Non certo quali unici segni d'interpunzione ogni tre o quattro parole in un lungo e quasi incomprensibile monologo.
    - A inizio frase si usa la maiuscola, un periodo è in genere composto da più frasi, chiuse dal punto fermo.
    -All'interno delle frasi un po' lunghe sono in genere presenti almeno delle virgole (esistono anche i due punti e il punto e virgola), allo scopo di rimarcare incisi, chiarimenti, elencazioni e simili.
    - Nomi e cognomi prevedono la maiuscola.
    - Il termine bhe non esiste (neppure bè ) Si usano be' troncamento di bene, ebbene (concessivo) e beh ( interrogativo o esclamativo).
    Se non ti è possibile attenerti per motivi particolari, mandami un MP: vedremo insieme come risolvere.

    Edited by virelle - 12/4/2024, 23:04
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    Mi sembrava che l'usuale spoil sistem avesse già da mesi concluso la sua opera: i membri e rappresentanti del governo Meloni infatti si mostrano ed esprimono numerosi un po' ovunque nei media di stato. Sbagliavo, l'occupazione era ritenuta incompleta : ieri, al termine di ogni TG, il conduttore di turno ha letto questo comunicato dell'USIGRai, il sindacato dei giornalisti Rai.
    CITAZIONE
    "La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono. Lo ha fatto attraverso la Commissione di Vigilanza che ha approvato una norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk senza vincoli di tempo e senza contraddittorio. Non solo, Rainews24 potrà trasmettere integralmente i comizi politici, senza alcuna mediazione giornalistica, preceduti solamente da una sigla.
    Questa non è la nostra idea di servizio pubblico, dove al centro c'è il lavoro delle giornaliste e dei giornalisti che fanno domande (anche scomode) verificano quanto viene detto, fanno notare incongruenze. Per questo gentili telespettatori vi informiamo che siamo pronti a mobilitarci per garantire a voi un'informazione indipendente, equilibrata e plurale".
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    dceg La nostra è una democrazia parlamentare. Non prevede che i ministri siano scelti dagli elettori, ma dal presidente del consiglio incaricato da quello della repubblica, a sua volta eletto dalle due camere. Intendo dire che tutto il "meccanismo" si fonda comunque sul voto dei cittadini che eleggono i loro rappresentanti, cui spetta dare (o togliere) la fiducia al governo.
    Parere ovviamente opinabile: ritengo che l'elezione diretta dell'esecutivo creerebbe problemi peggiori degli attuali, in gran parte scaturiti da maldestri e spesso furbeschi interventi per es. sul sistema elettorale, il numero dei parlamentari ecc. Ma il percorso è ormai in discesa!
    DataDrifter Ho scritto in post precedenti di essere del tutto contraria all'ingerenza del potere esecutivo sul giudiziario e che bisognerà capire bene come si pensa di strutturare gli eventuali test. Con tutte le garanzie d' indipendenza e non certo sotto controllo "politico"!
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    Sembrerebbe entrarci mediante questa sua struttura Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri
    https://www.esteri.it/it/diplomazia-cultur...oop_indscietec/
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    CITAZIONE (Salvo49 @ 10/4/2024, 17:16) 
    Infatti ho parlato di politici che assumono incarichi istituzionali (ulteriori all'elezione, come ad esempio incarichi di governo): che differenza c'è rispetto ad un giudice?

    Quella già esposta: gli incarichi di governo sono comunque politici e la loro attribuzione avviene sulla base di norme ad hoc. Com'è noto, il presidente della repubblica (eletto dal parlamento) incarica quello del consiglio, il quale propone i ministri e così via. Seguono il giuramento e i voti di fiducia... Tutte le mansioni scaturiscono comunque dall'atto iniziale, cioè le elezioni, sono "provvisorie" e comunque a termine.
    I giudici ( e altri funzionari dello stato) sono invece di carriera, intrapresa a seguito a concorsi, assunzioni e simili, e -salvo casi particolari - rimangono in servizio fino al suo termine (età, pensione).

    Per cortesia, nelle risposte non vanno quotati post interi, specialmente se prossimi, ma solo la parte necessaria alla replica.
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    Non confonderei i due piani. I politici non sono figure professionali del pubblico impiego, ma cittadini liberamente scelti dai cittadini stessi per svolgere i ruoli previsti dalla Costituzione e dalla normativa dedicata . E ovviamente tutti quanti rispondono alle leggi.
    Senza divinizzare -figuriamoci! - la democrazia, la sua versione moderna non prevede alcuna selezione preventiva. Introdurne, sia per l'elettorato attivo che passivo, rappresenterebbe un pericoloso anacronismo.
    I giudici sono invece "funzionari" dello stato: alcuni paesi prevedono per loro prove attitudinali, altri no. Personalmente le riterrei utili, e non solo per loro: anche docenti, addetti al personale e in genere ai rapporti con le persone -ognuno in relazione al suo ruolo- sarebbero scelti con maggiore cognizione di causa.
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    La "purezza" scientifica dev'essere -un po' come il pacifismo in politica- la meta ideale della ricerca. Ovvero, un'indispensabile guardiana etica a tutela del suo completo asservimento al mercato. Nel caso degli armamenti, la "sudditanza" delle università appare particolarmente grave; tuttavia, al solito, ritengo necessarie almeno due considerazioni a latere.
    Della prima, "storica", sono stata testimone: mi occupavo infatti di un corso di laurea triennale agli esordi del pernicioso '"aziendalismo" universitario, che in sostanza conduceva all'istituzione di corsi ad hoc in cambio di finanziamenti, stage e simili.
    La seconda, generalista e banale, è che la ricerca scientifica -salvo ambiti particolarissimi- produce risultati quasi sempre utilizzabili in settori diversi e spesso opposti: salvifici o mortali. Gli esempi non mancano!
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    Purtroppo è come scrivi! ;_;
    La discussione sul libro di Bannon risultò molto interessante, vale la pena di rileggerla. E credo non si possa che ribadirne la conclusione: perché la democrazia funzioni (almeno decentemente) occorrono cittadini consapevoli delle loro scelte. Ciò richiede una cultura e, per me soprattutto, un'etica adeguate.
    Riporto un post di Bluemme (non più iscritto, mi spiace!) molto appropriato.
    CITAZIONE
    La democrazia ha fallito o piuttosto ha fallito lo stato sociale? Provo a spiegarmi meglio. Tanti osservano che la maggior parte degli elettori sono disinformati ma soprattutto sono ignoranti (perché una persona che dispone di adeguate conoscenze e senso critico può essere in grado di fiutare la propaganda e scansarla). Una delle finalità di un sistema di istruzione pubblico (presente in tutti i paesi che sono considerati democratici) dovrebbe essere proprio la formazione di cittadini consapevoli del mondo, capaci di informarsi senza lasciarsi trarre in inganno, di valutare le scelte della loro vita (politiche ma anche di altro tipo) in modo razionale, responsabili nell'atteggiamento rispetto all'interesse generale della comunità. Perché questo non succede? Perché i cittadini sono ignoranti al punto che qualcuno pensa di rinunciare al suffragio universale, di alterare l'uguaglianza del voto o di stabilire forme di governo tecnocratiche? Proprio perché il sistema educativo non funziona, e non parlo solo di scuola ma anche per esempio quella TV pubblica che nei primi decenni della sua esistenza ha consentito la diffusione dell'uso dell'italiano e insegnato a molti analfabeti a leggere e a scrivere. Lo Stato dispone degli strumenti per educare tutti, bambini, giovani, adulti, anziani. Ma vuole educarli davvero, oppure li preferisce ignoranti come pretesto per ritornare a forme di aristocrazia?
    Beh noi potremmo anche oligarchici e decidere che preferiamo la soluzione di abbandonare la democrazia, solo che il deficit del sistema educativo comporta anche altri problemi oltre a questo: ad esempio la devianza sociale, la disoccupazione, la criminalità derivano tutte da un deficit di tipo educativo. Direi quindi che faremmo bene a curare la democrazia per curare anche tutto il resto.
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    I governi "autoritari" hanno una intrinseca tendenza al controllo del potere giudiziario e questo non fa eccezione. Sul che, come sopra, dissento in toto.
    Una prova attitudinale è già prevista per i concorsi in polizia e credo in tutti quelli militari.Troverei utile e non persecutorio estenderlo a tutti coloro che, nel pubblico impiego, hanno compiti di giudizio e valutazione.
    Il paragone con i politici a mio parere non è appropriato. Trattandosi di ruoli elettivi, verrebbe pre-condizionata la scelta democratica; idem per i giudici qualora -come in alcuni paesi- fossero scelti dai cittadini.
    L'intento è ovviamente satirico...
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    Non so quanto il titolo renda l'idea... Ho preso spunto da alcuni post pubblicati in discussioni diverse per proporre una riflessione, e possibilmente ottenere delle testimonianze, sullo status -non certo paritetico- in cui vengono a trovarsi i cittadini dei paesi "evoluti" quando sono inquisiti, detenuti, condannati.

    Un caso discusso a lungo, e ripreso negli ultimi giorni, è quello dell’anarchico Cospito, detenuto in regime di 41bis, protagonista di un lungo sciopero della fame. È davvero in grado di collegarsi ad altri anarchici e compiere attentati?
    Il più recente riguarda Ilaria Salis, in prigione a Budapest da un anno e comparsa incatenata alle udienze del processo. Un altro cittadino che si trovava a “manifestare” con lei in Ungheria, accusato degli stessi reati (pena prevista: fino a 24 anni) da noi è ai domiciliari (o adesso a piede libero?), né verrà estradato perché subirebbe lo stesso trattamento.
    Come sarebbero trattati, Cospito e Salis, negli altri paesi “civili”?

    Gli interventi sono stati, com’è logico, di segno diverso. Cospito non ha ucciso nessuno; il 41bis è previsto per i reati di terrorismo; Salis poteva rimanersene a casa; le nostre pene sono troppo blande; anche gli americani esibiscono gli imputati in catene; non in tutti gli Stati; eccetera.

    Mi consento una rapida digressione sugli USA. Pur apprezzando alcune caratteristiche di quel grande paese, sulla giustizia sono alquanto critica: 21 Stati hanno ancora la pena dei morte, e sei dei rimanenti l’hanno sospesa ma non abolita. Infatti gli Usa non hanno mai applicato la risoluzione dell'Assemblea Generale dell'ONU sulla moratoria universale della pena di morte del 2007.
    Chi tende a giustificarne la persistenza, come d’altronde l’affezione alle armi individuali, fa spesso riferimento alle origini pioneristiche di parte dei cittadini (un iscritto li ha pesantemente definiti “bovari”). Non condivido: la pratica da mitico Far west è divenuta nel tempo sempre più ingiustificata, retrograda e cinica. Non mancano detenuti giustiziati dopo decenni di prigione, sospensioni e rinvii, e molti dei metodi in uso appaiono più crudeli della “classica” impiccagione.

    Non dovrebbero i paesi occidentali, “somigliarsi” un po’ di più quanto ad amministrazione della giustizia?
2090 replies since 17/11/2015
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