Storia e Politica

Votes given by virelle

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    CITAZIONE (LAVORI ARCHEOLOGICI @ 1/5/2024, 12:51) 
    CITAZIONE (Oskar @ 30/4/2024, 19:01) 
    . . . nessun partito . . . ha mai portato il nostro Paese al disastro, come ha fatto invece quello fascista, . . .

    Il Paese al disastro c'è arrivato con una forte responsabilità del fascismo, ma per favore smettiamola di nascondere il vero colpevole -di cui il fascismo è stato solo un cialtronesco e violento tirapiedi- perchè il vero colpevole fu la monarchia.

    E' stata la monarchia che ha messo il fascismo al potere per servirsene, è stata sempre lei (statuto albertino alla mano) a disperdere in guerre stupide le energie militari che avrebbero potuto garantire una indipendenza dal nazismo, è stata la monarchia a firmare le leggi razziali e ancora la monarchia a causare lo sfacelo totale dell'otto settembre.

    Credo, Lavori Archeologici, che in questo e in altri interventi tu stia sopravvalutando ampiamenti i poteri del re dopo il 1926.
    Richiamarsi allo Statuto albertino ha poco senso perché, durante gli anni del regime, era più che altro una mera forma. Anche oggi vediamo monarchie, come quella britannica, che sulla carta hanno forti poteri nei confronti degli esecutivi ma che, nella realtà, non li possono esercitare.
    Questo non significa che Vittorio Emanuele III e tutti i Savoia non abbiano enormi responsabilità per il disastro del nostro Paese, solo che le decisioni fino al 1943 erano prese da Mussolini ed è il duce il principale artefice della nostra rovina.
    Fu Mussolini senza alcun dubbio a decidere l'entrata in guerra dell'Italia. Non è un caso che i capi di Stato stranieri si rivolsero a lui per cercare di evitare l'intervento italiano nel conflitto. Vittorio Emanuele III non era affatto convinto che fosse una buona idea per l'Italia entrare in guerra ed era anche notoriamente di sentimenti anti-germanici. Non approvava neppure le leggi razziali, che fu sostanzialmente costretto a firmare.
    Mussolini aveva in mente di disfarsi della monarchia alla morte di Vittorio Emanuele III e, se non fosse stato per la sconfitta nella seconda guerra mondiale, probabilmente lo avrebbe fatto.
    Casa Savoia ha colpe imperdonabili per l'ascesa al potere dei fascisti e per le sofferenze patite dall'Italia ma va riconosciuto che il re, dopo le leggi fascistissime, contava molto più nella forma che nella sostanza.
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    https://www.infodata.ilsole24ore.com/2024/...it&refresh_ce=1
    Italia tra i peggiori Paesi d’Europa per equilibrio vita-lavoro
    L’Italia occupa il quart’ultimo posto (dopo la Polonia, prima dell’Ungheria) nella classifica dei Paesi d’Europa per equilibrio vita-lavoro. Questo è quanto rivela lo studio di Remote, piattaforma che tratta tematiche e servizi attinenti al capitale umano su scala globale. L’analisi elabora quello che viene definito come European Life-Work Balance Index e si concentra a livello geografico sui Paesi del vecchio continente, classificando la qualità del lavoro in ogni nazione in ragione di una serie di fattori, che vanno dal numero di giorni spendibili in ferie, all’assistenza sanitaria, senza tralasciare l’eventuale presenza di un salario minimo, gli orari di lavoro medi, i congedi a disposizione, la retribuzione in caso di malattia, i livelli di inclusività LGBTQ+ e i livelli di felicità espressi dai lavoratori e dalle lavoratrici. […]
    Il nostro Paese è al 27esimo posto della classifica (su 30 nazioni europee). Una pecca che pesa in termini numerici sull’indice è la totale assenza del salario minimo (si ricorda che su 27 Paesi dell’Unione Europea, 22 applicano questa istituzione e noi siamo tra i 5 a non farlo). Nondimeno, anche l’indice di inclusività non è dei migliori, trovandoci per questo criterio al 19esimo posto. L’auspicio è che queste numeriche non tardino a migliorare, perché l’equilibrio vita-lavoro non è soltanto un monito di miglioramento delle condizioni lavorative di una data nazione, ma è anche un metro di misura di benessere ed equità attribuibili alla civiltà che la abita.
  3. .
    CITAZIONE (DorianGray10 @ 28/4/2024, 21:26) 
    Ricordando sempre che questa ragazza/signora ha 4 condanne definitive e 29 denunce in Italia e il padre (che adesso giustamente la difende) in passato ha pure elogiato Orban.

    Vorrei precisare che le 4 condanne definitive che Ilaria Salis ha accumulato in Italia riguardano un concorso morale in resistenza a pubblico ufficiale (il concorso morale in un reato non esiste nella maggioranza delle democrazie europee e negli USA), resistenza a pubblico ufficiale in due distinti episodi e lancio di fumogeni e petardi durante una manifestazione.
    Per il reato di pestaggio di cui è accusata in Ungheria e per il quale ha già trascorso circa un anno in carcerazione preventiva, non è stato ancora celebrato un regolare processo e pertanto, al momento, è una presunta innocente.
    Infine, ogni eventuale comportamento del padre di Ilaria non dovrebbe avere nessuna ricaduta su di lei.

    Premesso questo, non ritengo appropriato usare la candidatura ad una elezione politica come un mezzo per risolvere le proprie vicende giudiziarie.

    Edited by Mario_A - 30/4/2024, 19:48
  4. .
    Nel disegno costituzionale il concetto di autonomia non aveva valore divisivo, 'frammentativo', ma migliorativo, nel senso che il conferimento di poteri territoriali doveva servire ad agevolare la migliore attuazione delle politiche generali, nazionali, nell'interesse non 'differenziato' di tutti i cittadini, senza 'differenziazioni'. La riforma del Titolo V è stato un grave errore che ha invece dato riconoscimento, a livello costituzionale, agli egoismi territoriali in netta contrapposizione agli interessi generali e travisando il senso costituzionale originario del valore autonomistico, nel senso sopra indicato. L'autonomia differenziata ha la finalità di corroborare questo grave travisamento egoistico del concetto valoriale originario di autonomia, con l'effetto di far precipitare non soltanto il senso di collettività ma anche l'efficacia dell'azione governativa a tutela dell'interesse generale e della sua efficacia in sede territoriale.

    Edited by Salvo49 - 27/4/2024, 15:40
  5. .
    Definitivi in Basilicata:

    Bardi.........................56,6%
    FDI..............17,4%
    FI................13,0%
    Lega..............7,8%
    Azione...........7,5%
    Lista Bardi.....7,0%
    UDC..............2,6%
    Civica CDX.....2,2%
    Totale..........57,5%

    Marrese....................42,2%
    PD...............13,9%
    Civica CSX....11,2%
    M5S..............7,6%
    AvS...............5,8%
    Civica CSX......2,9%
    Totale...........41,4%

    Follia.........................1,2%
    Volt................1,1%

    Potenza:
    Bardi..............60,9%
    Marrese..........38,3%
    Follia...............0,8%

    Matera:
    Marrese...........49,9%
    Bardi...............48,1%
    Follia................2,0%

    CDX 12 seggi+il presidente:
    FDI.......4
    FI.........3
    Lega.....2
    Azione..2
    Civica...1

    CSX 7 seggi+Marrese:
    PD.......2
    Civica..2
    M5S....2
    AvS....1
  6. .
    Non sono d'accordo col fatto che la distinzione non serva a nulla. E' servita per oltre due secoli a distinguere le posizioni riguardo a questioni molto importanti della vita associata: le disuguaglianze economiche, sociali e politiche. Come è già stato ben scritto (da Oskar mi pare), chi è di sinistra pensa che, al di là delle inevitabili differenze di capacità e di volontà degli individui (che solo il pensiero più estremo non ha voluto riconoscere), buona parte delle disuguaglianze economiche derivi da preesistenti condizioni di maggiore fortuna o di privilegio, spesso ereditato, e che pertanto una società giusta dovrebbe impegnarsi attivamente (da qui il ruolo protagonista dello stato) per ridurle almeno in parte con azioni di redistribuzione del reddito; similmente, la sinistra non riconosce validità a differenze di status sociale o politico, insistendo molto sull'uguaglianza (in tal caso completa) dei diritti sociali e politici. Per il pensiero di destra, invece, le disuguaglianze sono molto più giustificabili, poiché di fatto attribuibili abbastanza spesso (molto più di quanto riconoscerebbe la sinistra, perlomeno) a scarsa capacità e volontà dell'individuo: la destra ritiene che in tal caso non sia proprio giusto che la collettività soccorra l'individuo che non se lo meriti, per evitare il rischio di nutrire i mediocri e i nullafacenti. Anche sui diritti, la destra è meno sensibile quando la loro salvaguardia rischi di ledere il diritto che per lei è sacro, ovvero la libertà individuale. A voler pensar bene (anche se forse non se lo merita molto spesso), si potrebbe sostenere che proprio la sua insistenza sulla libertà si accompagni necessariamente a quella sulla responsabilità individuale, ed è per questo che la destra è meno disposta a "scusare" l'individuo per la cattiva sorte e ad attribuirla a cause a lui estranee. Come si vede, si tratta di argomenti importanti, sui cui la politica si confronta continuamente, al di là delle sigle e anche se non vuole ammetterlo, perché sono ancora e sempre i problemi della nostra società. Personalmente, anche se a livello filosofico trovo alcuni argomenti della destra interessanti e condivisibili, nella politica pratica fatico a concepire come giusto uno stato che non riconosca le disuguaglianze e non faccia nulla per ridurle.
  7. .
    Luigi Mascilli Migliorini è uno storico docente di Storia del Mediterraneo moderno e contemporaneo e di Storia moderna presso l'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", autore di molti testi in particolare del periodo Napoleonico e della storia d'Italia nel XIX secolo , nonchè , insieme ad altri di una "Storia del mondo dall' anno mille ai giorni nostri" che cerca di superare il tradizionale approccio eurocentrico

    Ospite spesso di trasmissioni televisive , è solito citare come occasione mancata del Risorgimento il progetto di "Assemblea costituente italiana " , sorto dopo la spedizione dei mille in ambienti Garibaldini e Mazziniani e rifiutato subito da Cavour e Vittorio Emanuele II

    Nel suo recentissimo "11 maggio 1860" (editori La Terza 2023) Mascilli Migliorini riprende il tema a conclusione del suo racconto sull' impresa di Garibaldi

    Il racconto della preparazione e dello sbarco è scritto con uno stile molto narrativo , chi si aspettava un saggio potrebbe essere un pò deluso.
    L' ultimo capitolo Migliorini riprende un tono decisamente saggistico , provo a riassumere qui di seguito le pagine 168 172 dove viene affrontato l' argomento , in corsivo il testo originale


    Mascilli Migliorini parte dall’ osservazione che “l'impresa dei Mille si era proposta sin dal suo inizio l'obiettivo di riequilibrare un rapporto tra le correnti convintamente democratiche, quando non francamente repubblicane, del movimento patriottico e quelle di ispirazione liberale, moderate e dichiaratamente monarchiche.” Ma aver rinunciato con il grido con "Italia e Vittorio Emanuele" ad un impostazione pregiudiziale repubblicana non significava , per lo stesso Garibaldi rinunciare alla “pregiudiziale democratica”; in altre parole non limitarsi a cacciare dalla Penisola i governi stranieri e le dinastie sostanzialmente ancora espressione dell'Antico Regime ma riversare in senso istituzionale e politico nelle varie parti d' Italia che il movimento democratico riconosceva diverse e diversificate il nucleo dell' eredità della rivoluzione europea conclusa qualche decennio prima

    Lo stesso Mazzini arrivato a Napoli “si era mostrato disposto ad accantonare ogni immediata idea di repubblica se questo avesse facilitato la formazione di un'Assemblea Costituente, destinata a dare al nuovo Regno una Carta che non fosse espressione - come lo Statuto Albertino - di una stagione, di una cultura, di un ceto e di una dinastia che rappresentavano non la sintesi, ma una delle parti che ad essa avevano concorso. La sintesi poteva riposare solo in una Costituzione approvata dal popolo italiano, al quale, al contrario, vennero progressivamente offerti solo plebisciti di annessione al Regno sabaudo e al suo sovrano.”
    D’altra parte Migliorini concorda con Osserva con Rosario Romeo che "Cavour non avrebbe potuto accettare questa diversa Italia, nata 'd'un getto' dalla iniziativa popolare e fondata dunque sul nuovo patto nazionale stipulato dalla costituente e non sullo Statuto, senza rinunciare a quell'Italia borghese e moderata, fondata sul liberalismo economico e sul gradualismo politico, alla quale egli e gran parte delle forze sociali e della cultura più moderna del paese avevano aspirato per decenni". Avuta la certezza che la forma Monarchica non era in discussione Cavour si rifiutò di seguire, Mazzini e Garibaldi sul terreno dell’Assemblea costituente.

    L’abbandono di questa strada, continua l’autore, comportò alti costi, con un sistema parlamentare molto fragile, che non resse all’ avvento del fascismo. Fu dato un “come patto fondativo di una nazione del tutto nuova e assai complessa uno Statuto, quello voluto da Carlo Alberto nel 1848 ispirandosi alle esperienze della Charte borbonica e della Costituzione di Luigi Filippo dopo la rivoluzione liberale del 1830, sostanzialmente octroyé, concesso e non discusso, chiaramente improntato al pensiero politico più cauto della Restaurazione europea”.

    D’altra parte, anche dal punto di politico e amministrativo, la scelta di una soluzione accentrata secondo il modello napoleonico, rifiutando ogni ipotesi di federalismo o di decentramento, non teneva conto della realtà plurima e differenziata dell’Italia.” Tutta la legislazione sulle autonomie comunali e provinciali, tutta la legislazione in materia scolastica e di pubblica sicurezza, nonché tutta la codificazione penale e civile, adottate in via provvisoria dal Regno di Sardegna tra l'ottobre e il novembre del 1859, nel vivo ancora delle emergenze militari e diplomatiche di quella fase del processo unitario, estensione, dunque, in larghissima parte ai nuovi territori annessi della normativa piemontese, finirono col diventare la camicia di forza ordinativa nella quale venne stretto lo Stato unitario.”
    Simbolo di come si trattasse più di annessione al vecchio Piemonte e non di creazione di uno stato nuovo, fu la prosecuzione della numerazione del Parlamento (la legislatura che salutò la nascita dell'Italia unita fu, così, non la prima, ma la settima) e la titolazione della numerazione del Sovrano (Vittorio Emanuele è secondo nella successione sabauda e non diventa primo come re d'Italia).


    Mascilli Migliorini si concentra sulla volontà espressa da Vittorio Emanuele di puntare su “la via della continuità dinastica e l'espunzione da sé di ogni imbarazzante contiguità con le spinte alla trasformazione politica e sociale. "In Italia io so che chiudo l'era delle rivoluzioni": Vittorio Emanuele lo aveva scritto, un mese prima, all'indomani della battaglia del Volturno, in un Proclama ai Popoli dell'Italia meridionale destinato a preparare il suo arrivo nel Mezzogiorno. Sapeva bene che il processo di unificazione nazionale era stato anche un ininterrotto ciclo di rivoluzioni che, a partire da quelle cosiddette "giacobine" degli ultimi anni del secolo preceden¬te, avevano mantenuto vivo - come non era accaduto e non accadeva in nessun paese europeo, Francia, forse, esclusa - lo spirito vitale e contraddittorio dell'Ottantanove. Ma quella possibilità di racconto, che la storia offriva, non poteva avere spazio nel racconto della nazione unita. Il Risorgimento non era - nemmeno per frammenti sparsi - una parte della Rivo¬luzione francese, non era nato da essa e da essa, anzi, si era tenuto sempre (lo spiegherà di lì a qualche anno Alessandro Manzoni nel suo celebre La Rivoluzione francese del 1789 e la Rivoluzione italiana del 1859) distante”

    Se l’impresa dei mille aveva rappresentato uno dei massimi punti di contatto e collaborazione fra le due grandi famiglie po¬litiche che avevano caratterizzato il nostro risorgimento , quella moderata e quella democratica , la scelta di continuità di Vittorio Emanuele e Cavour ne determinò la frattura, come efficacemente esternò in Parlamento Francesco Crispi, prima della sua conversione monarchica "Credete voi - chiedeva l'antico garibaldino agli uomini della Destra al governo - che noi tutti, associandoci a voi, facendo col Principe l'unità nazionale, credete che noi pensammo farla a dispetto della libertà? Vi ingannate. Credete voi che il popolo italiano, associandosi a noi, abbia fatto questa unità perché sia il monopolio di una classe, perché sia sfruttata da pochi e non sia beneficio di tutti? Vi ingannate".
    D’altra parte Mascilli Migliorini ricorda che i prodromi del risorgimento nacquero proprio dal Sud , nella Repubblica Napoletana del 1799 e nel seguito che ebbe il disperato tentativo di Murat .
    . Il rifiuto di convocare un'Assemblea Costituente all'indomani della raggiunta unificazione territoriale e politica apparve, dunque, non solo come il sacrificio di una parte - quella democratica - soc¬combente, ma anche come il prevalere di una metà del nuovo Stato sull'altra e questo ancor prima che la "piemontesizzazione" rivelasse, negli anni successivi, la difficoltà della classe dirigente unitaria ad armonizzare le differenti componenti territoriali e sociali della penisola e, soprattutto, a definire in termini accettabili la relazione tra Nord e Sud del paese.

    Edited by lucrezio52 - 11/4/2024, 07:54
  8. .
    La questione Bari è debordata dal livello locale a quello nazionale,con scontri tra PD e M5S.

    Però io ho l'idea che sia una strategia di conte.

    conte teme che parte del suo elettorato non veda bene una alleanza organica col PD.

    Così,sfruttando il fatto che molti elettori del M5S sono un pò ingenui(ma vale per tutti gli elettorati eh),fa credere di essere ancora contro il PD.

    Andando da solo a Bari ed alle regionali del Piemonte.

    Però è appunto un inganno.
    Il M5S dove può vincere va assieme al PD.
    Sardegna,Abruzzo,Basilicata ed Umbria.

    Se va da solo va da solo o dove di sicuro vince il CDX,come pare in Piemonte,
    oppure in un comune come Bari dove c'è,però il doppio turno per ricompattarsi col PD.

    Così da poter dire al suo elettorato che il M5S è ancora alternativo anche al PD.

    Tipo:
    Elettore dubbioso dei 5S:
    conte ti sei venduto al PD !!!

    giuseppe conte:
    no,a Bari ed in Piemonte andiamo da soli contro la kasta anche del PD

    Elettore (non più)dubbioso dei 5S:
    bene allora ti voto ancora(anche se magari nella sua zona il M5S è alleato col PD)
  9. .
    Dovevano preparare un esame e per ridurre le ore di studio a casa il compagno di corso si è affidato alla AI, non ho indagato perché sono argomenti ben oltre il mio sapere, ma credo che l'abbia direttamente usato al posto dello studio vero e proprio
  10. .
    Davvero nessuna spiegazione.
    La cosa strana è che sono scostamenti alti,relativamente,però per cui non cambia nulla.
    Non per il presidente e neppure per i consiglieri.

    Cambia solo che così il CDX passa in vantaggio anche nella provincia di Teramo per il presidente,
    per le liste lo era già,però al di la del fatto di poter dire di aver vinto in tutte e 4 le province
    non cambia nulla.
  11. .
    Per meglio comprendere la protesta degli universitari italiani di questi giorni.
    Le Università italiane riunite nella CRUI hanno firmato un accordo di collaborazione con Med-Or (Fondazione Med-Or: firmato accordo di collaborazione per la promozione dell’alta formazione con la CRUI.
    La Fondazione Med-Or e la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) hanno sottoscritto un Memorandum of Understanding per la promozione dell’alta formazione. www.med-or.org/news/fondazione-med...one-con-la-crui).

    Med-Or è una filiazione della Fondazione Leonardo (MEd-Or, i nomi e gli affari della fondazione di Leonardo
    CULTURA & SICUREZZA - 16 gli accademici nel consiglio. Relazioni con Israele e Algeria.
    www.ilfattoquotidiano.it/in-edicol...onardo/7492971/).

    Quando si tratta di "armi", armamenti, si preferisce usare l'eufemismo "sicurezza". E così la liaison fra le Università italiane (cioè la scienza) e le armi diventa un affare di "sicurezza" (La tela di Leonardo: Med-Or, fondazione del “Sistema Italia”
    L’ex ministro Minniti presiede la fondazione sponsorizzata da Leonardo, con l’obiettivo di espandere una rete diplomatica informale che aiuta l’azienda ad allargare le proprie relazioni. Difesa, sorveglianza, intelligence, confini. Quattro parole chiave che uniscono le strade della più importante società italiana del settore difesa, Leonardo, la ex Finmeccanica, e del re di denari della politica sui servizi segreti del Paese, l’ex ministro dell’Interno in quota Partito democratico, e delegato ai servizi nei governi Letta e Renzi, Marco Minniti. Tanto apprezzato a sinistra quanto a destra per la sua conoscenza del mondo dell’intelligence italiana e delle catene di comando delle Forze armate e dell’ordine. https://irpimedia.irpi.eu/sorveglianze-med-or-leonardo/
  12. .
    CITAZIONE (virelle @ 23/3/2024, 13:30) 
    Avevo letto da parecchio, e credo pubblicato anche qui, della "residenza" estera di vari capi Hamas. Continuano a sfuggirmi, al presente, i criteri con cui vengono identificati come tali le centinaia di terroristi che Israele comunica via via di aver catturato nella striscia: già noti, armati o cosa?

    Credo di aver capito che le forze israeliane abbiano delle banche dati sui terroristi, ed abbiano anche "estratto" i dati biometrici (volti, dimensioni e proporzioni) da tutti i video disponibili sull'attacco del 7 ottobre, usando degli appositi software. Utilizzando le tecnologie del riconoscimento facciale passano poi in rassegna tutti gli uomini fermati a Gaza per identificare i sospetti.
  13. .
    Sono molto, molto d'accordo con Virelle. Senza voler assolutamente scusare le azioni di Putin, che resta il dittatore che è, è difficile non riconoscere gli errori dell'Occidente e la leggerezza dei politici ucraini nel gestire il progressivo allontanamento del paese dall'influenza russa. I politici avrebbero dovuto tenere sempre conto del saggio principio (fatto valere col ferro in Georgia, per esempio) per cui Washington è lontana, mentre Mosca è vicina. Sono errori che si pagano cari quando il tuo potente vicino è un autocrate senza scrupoli; dei politici avveduti avrebbero dovuto saperlo ed agire di conseguenza, ma di errori di questo tipo purtroppo ne vediamo tanti...
  14. .
    LAVORI ARCHEOLOGICI

    Allora ho cercato meglio quel sito.
    Quello che sosteneva che Berlusconi abbia manipolato i risultati delle elezioni non solo del 2006,ma tutte quelle successive.
    Il suo indirizzo doveva essere:
    www.anomalieelettorali.com

    Oppure:
    www.corsocavour.com/anomalie/

    Però non sono più attivi.

    Un estratto lo si trova in questo post del sito Termometro Politico:
    https://forum.termometropolitico.it/172678...elettorali.html

    Ed eccolo trovato con l'applicazione consigliata:
    https://web.archive.org/web/20130430051155...r.com/anomalie/

    In cui una fantomatica docente straniera di matematica dice di far parte di un gruppo di studiosi di
    statistica chiamato ELECTION INTEGRITY.

    Questa sosteneva appunto che Berlusconi avesse manipolato non solo le elezioni politiche del 2006,ma anche:
    politiche 2008
    regionali in Friuli 2008
    comunali di Roma 2008
    provinciali di Roma 2008
    provinciali di Trento 2008
    regionali Sardegna 2009
    europee 2009
    regionali del Lazio del 2010

    In particolare questa "esperta" sostiene esplicitamente che le anomalie del 2006 si sarebbero
    ripetute anche nel 2008.
    O quando dice:
    le anomalie matematiche che si sono ripetutre identiche in tutti gli spogli successivi(al 2006), a Roma come nel lazio, come nel trentino, sai che la sinistra abbia vinto che la sinistra abbia perso: um graduale spostamento a destra ineluttabile e senza FLUTTUAZIONI .

    Il problema è:
    nel 2008 non vi era voto elettronico in nessuna regione,ed al ministero degli interni vi era un ministro del CSX,Giuliano Amato.
    E vi furono però le stesse "anomalie" del 2006.
    (poche schede bianche,exit poll che indicavano un CSX più forte ed un CDX più debole,andamento dello spoglio
    identico al 2006 col CDX che cresceva sempre)

    Volendo pensare male nel 2006 si può dire che quelle anomalie furono dovute a Berlusconi che controllava le istituzioni.

    Però appunto quelle anomalie si ripeterono anche nel 2008,con invece le istituzioni di
    controllo in mano al CSX.

    Segno che forse anomalie non erano.
  15. .
    Diciamo che a Jalta i russi si sono tenuti i territori che, nel dubbio, avevano già occupato con l'armata rossa, che gli sono stati gentilmente concessi

    Però si era anche specificato che l'Europa era libera e che ci sarebbero state elezioni democratiche in tutti i paesi liberati dal nazismo, invece gli stati dell'est si sono ritrovati sotto un altra dittatura, non è questione di simpatie o di antipatie verso uno dei due schieramenti, solo di onestà
149 replies since 17/11/2015
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